Più veloce della luce no. Ma poco ci mancava.
Nel 1974 la Abc mandò in onda la prima delle cinque serie dedicate all’astronauta Steve Austin (l’attore Lee Majors, 1939), l’uomo bionico dotato di arti che gli permettevano d’andare oltre le capacità umane.
Sparito dalla tv
Non si spiega come uno dei telefilm più affascinanti degli anni ’70, sia sparito nel frattempo dai radar (passateci il termine, visto l’argomento) delle tv italiane. Dove riscosse un buon successo a partire dal 1981, quando la serie approdò nel nostro paese. A oggi, per fortuna, la si trova in streaming.
Come UFO
Ancora prima, il pubblico nostrano aveva potuto saggiare i poteri dell’uomo bionico grazie a un’operazione che ricorda molto quella che vide protagonista al cinema, nei primi anni ‘70 la serie tv UFO con addirittura 5 film.
Discutibile Collage.
All’epoca intere sequenze del telefilm di fantascienza furono montate, in modo discutibile, fino a formare un lungometraggio.
Squali!
Nel caso de L’uomo da sei milioni di dollari, furono uniti i primi due episodi della quinta stagione per ottenere il film Squali! uscito in Italia nel 1979.
Osi
Protagonista Steve Austin, già agente dell’Osi (Office of Scientific Intelligence), impiegato per scongiurare un’imminente minaccia nucleare.
La storia
Ispirato al romanzo Cyborg di Martin Caidin (1927-1997) pubblicato nel 1972, L’uomo da sei milioni di dollari racconta come l’astronauta Steve Austin a seguito di un grave incidente occorsogli sia diventato un vero e proprio superman.
Una vera icona
Dopo tre film pilota trasmessi con successo negli USA tutti nel 1973, le serie sull’uomo bionico furono trasmesse dal 1974 al 1978 rendendo Steve Austin una delle icone cult degli anni ’70.
Oscar Goldman
Sei milioni di dollari, è il costo dell’operazione che permette di impiantare a Austin gli arti bionici. Il finanziamento proviene dall’Osi di cui Oscar Goldman (Richard Anderson, 1926-2017) è direttore nonché superiore del protagonista.
Possiamo ricostruirlo, abbiamo la tecnologia
È lui che nella sigla di testa pronuncia la famosa frase: “Possiamo ricostruirlo, abbiamo la tecnologia”.
Gli arti bionici
Austin, grazie all’impianto dell’occhio sinistro bionico è dotato di una vista che gli consente la visione notturna e di rilevare le fonti di calore. Le gambe nuove gli permettono di superare la velocità di un’automobile e compiere salti prodigiosi; mentre il braccio destro ha la potenza di un bulldozer.
I limiti
I superpoteri dell’uomo bionico hanno però un limite: gli arti risentono delle basse temperature e della microgravità spaziale. In compenso il corpo ne trae vantaggio, il cuore, infatti, non è sottoposto allo stress di pompare sangue negli arti bionici.
Gli effetti speciali
Considerata la modesta tecnologia degli anni ‘70, per rendere meglio le capacità eccezionali dell’uomo bionico furono usate immagini a rallentatore o accelerate.
Kung fu
L’effetto sonoro che le accompagnava era tratto dai film di genere kung fu, che imperversavano nei primi anni del decennio.
La donna bionica
Jamie Sommers (Lindsay Wagner,1949), compare nel 19mo e 20mo episodio della seconda stagione (La Donna Bionica parte 1 e 2 ). Giocatrice di tennis professionista, anche a lei per un incidente dovuto al lancio d’alta quota con il paracadute subisce un trapianto di arti bionici. Il successivo rigetto ne causa però la morte.
Il ritorno della donna bionica
Gli arti sostituiti sono l’orecchio e il braccio destro ed entrambe le gambe. La produzione visto il grande successo del personaggio, la farà tornare nei primi due episodi della terza stagione (Il ritorno della donna bionica parte 1 e 2). Inevitabile, ovviamente, che tra lei e Austin sorga del tenero.
La serie tv
In seguito la donna bionica divenne protagonista dello spin off omonimo, composto da tre stagioni in onda negli USA dal 1976 al 1978. Nel 1987 fu la volta del film Il ritorno dell’uomo da sei milioni di dollari, cui seguì nel 1989 Scontro Bionico e nel 1994 Il ritorno della donna bionica, dove Steve e Jamie si sposano.
La sigla italiana
Nell’edizione italiana, la sigla del telefilm era Se, brano cantato da Nino Buonocore (1958). (E.M per 70-80.it)