Nei primi anni ’70 si diffuse nei cinema italiani il filone Kung Fu. Una valanga di pellicole provenienti da Hong Kong, dalla trama esile e scontata, basate soprattutto sull’uso delle arti marziali, riscosse il favore del pubblico di casa nostra.
Cinque dita di violenza
Capostipite del genere Kung Fu, il film Cinque dita di violenza (The Invincible Boxer) del regista Chang-hwa Jeong (1928). La pellicola uscita nel 1972, arrivò in Italia l’anno successivo proiettando al cinema le vicende di un anziano maestro di arti marziali e del suo discepolo.
Bruce Lee
Autentica star del genere Kung Fu, Bruce Lee (1940-1973) si affermò con i film Il Furore della Cina colpisce ancora (1971), Dalla Cina con furore (1972), L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente (1972), I tre dell’Operazione Drago (1973).
Morte prematura
Lee morì il 20 luglio del 1973, mentre si trovava ad Hong Kong, sembra dopo aver patito una forte emicrania. Le cause non furono mai chiarite.
Film postumi
Dopo la scomparsa di Bruce Lee, furono prodotte diverse pellicole di genere Kung Fu con spezzoni di scene tagliate dei precedenti film o con sosia del celebre attore.
L’ultimo combattimento di Chen
Il più famoso fu L’ultimo combattimento di Chen del 1978, che Lee lasciò incompiuto nel 1972 dopo aver girato alcune sequenze. Il film avrebbe dovuto intitolarsi The Game of Death, scritto, diretto e interpretato dallo stesso Bruce Lee.
Album di figurine
Il filone Kung Fu ebbe in Italia un tale successo, che furono pubblicati alcuni album di figurine basati sulle tecniche delle arti marziali.
Quentin Tarantino
Il regista e attore Quentin Tarantino (1963) amante del genere Kung Fu, ha tratto ispirazione per le pellicole Kill Bill 1 e 2, dai film Cinque dita di violenza e L’ultimo combattimento di Chen, dove Bruce Lee indossa una tuta gialla poi vestita da Uma Thurman (1970) nel ruolo di Beatrix Kiddo. (E.M. per 70-80.it)