1971. Quando Raffaella Carrà scandalizzò l’Italia con il ballo del Tuca Tuca e Alberto Sordi la salvò dalla censura

Raffaella Carrà

Raffa, indimenticabile Raffa. L’improvvisa scomparsa di Raffaella Carrà (Raffaella Maria Roberta Pelloni,1943-2021), icona televisiva di fama internazionale, ha colpito tutti come un fulmine a ciel sereno, suscitando una marea di ricordi.

Un po’ di pepe a Canzonissima

Raffaella: un po’ di pepe per Canzonissima ’70”, intitolavano così i giornali dell’epoca quando divenne ufficiale la partecipazione di Raffaella Carrà alla nota kermesse canora a fianco di Corrado Mantoni (1924-1999), dopo il successo ottenuto pochi mesi prima nella trasmissione Io, Agata e tu con Nino Ferrer (1934-1998).

Raffaella Carrà 2

A piccoli passi

E pensare che la presenza di Raffaella Carrà a Canzonissima era stata tutt’altro che scontata. Intervistata da La Domenica del Corriere, la showgirl aveva affermato di non avere ancora accettato perché: “E’ il mio momento buono e non devo fare passi falsi, la fortuna va amministrata bene”.

Raffaella Carrà 1

 

L’ombelico

A Canzonissima ’70, quella di Ma che musica maestro, Raffaella Carrà il pepe lo mise eccome, presentandosi con un abito bianco attillato che esaltava il provocante ombelico scoperto. Qualcuno ai piani alti della Rai cominciò a mugugnare, mentre i vertici del Vaticano furono scossi da quello spettacolo ritenuto indecoroso.

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Il meglio deve venire

Il meglio avvenne a Canzonissima ’71, quando Raffaella Carrà, forte del trionfo conseguito nell’edizione precedente, osò sfidare il comune senso del pudore non solo ostentando l’ombelico, ma cimentandosi anche nel sensuale ballo del Tuca Tuca.

Forza ragazzi spazzola!

Il 1971 fu anche l’anno di Chissà se va, scritta da Catellano (1925-1999), Pipolo (1933-2006)  e Franco Pisano (1922-1977), sigla iniziale del programma, con quel passaggio: “Forza ragazzi spazzola e chi mi fermerà”, entrato in breve tempo nel linguaggio comune.

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Un balletto inedito

Si racconta che a un’ora dall’inizio della trasmissione, Raffaella Carrà decise di proporre un ballo inventato e scritto da Gianni Boncompagni (1932-2017). Per l’occasione la conduttrice si fece accompagnare da Enzo Paolo Turchi (1949).

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Scandalo!

Durante l’esibizione i due si toccarono a malapena, ma nell’Italia bacchettona del periodo scoppiò lo scandalo. I centralini Rai vennero subissati di chiamate indignate. Il Tuca Tuca fu soppresso.

Raffaella Carrà 4

Alberto Sordi

A risolvere la situazione arrivò Alberto Sordi (1920-2003). Il popolare attore, minacciò di non partecipare come ospite a Canzonissima ’71 se il Tuca Tuca non fosse stato riproposto. Quella sera lui e la Carrà diedero spettacolo.

Puntata storica

La quinta puntata di Canzonissima ’71 rimase negli annali della televisione. I giornali del giorno dopo invece scrissero: “Raffaella Carrà è letteralmente evaporata nel vuoto, come lo champagne lasciato senza tappo. Abbiamo un anno per dimenticarla”.

Personaggio simbolo

Mai profezia fu più errata: Raffaella Carrà divenne uno dei simboli della spettacolo italiano. La sua fama oltrepassò i confini nazionali e ha lasciato un vuoto enorme. (E.M per 70-80.it)

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