Nel 1962 quando fu concepito, il termine ci sembra più che mai adatto, probabilmente neanche i creatori del bambolotto Cicciobello si sarebbero aspettati un successo così dirompente, destinato a travalicare i confini nazionali.
Due papà
La storia racconta che Cicciobello nacque da un’idea dell’imprenditore Gervasio Chiari (1923-2011) titolare della Sebino Bambole divenuta poi nel 1975 Tecnogiocattoli Sebino.
Bresciana
L’azienda in origine situata a Pilzone d’Iseo (Bs), apparteneva a Lucio Micheletti, morto nel 2015 a oltre 90 anni. Secondo altre fonti, la paternità del bambolotto sarebbe da attribuire a lui.
Bimbi milanesi
Per le fattezze del viso e del corpo Lucio Micheletti s’ispirò ai bimbi immortalati a Milano quando faceva il fotografo.
Il bambolotto che piange
La prima versione fu pubblicizzata nel 1960 come: il bambolotto a cui se togli il succhiotto piange, se lo abbracci non piange più.
Chiari
In quegli anni all’azienda di Micheletti, seriamente danneggiata da un’alluvione, venne in soccorso Gervasio Chiari.
Silvestro Bellini
L’aspetto inconfondibile, che ha reso Cicciobello famoso in tutto il mondo, si deve allo scultore Silvestro Bellini (1929-2016).
50 cm di bellezza
Grazie a lui il bambolotto, alto 50 cm, con occhi azzurri e capelli biondi, avvolto in un completo celeste e realizzato con uno speciale materiale di nuova concezione, comparve all’inizio degli anni ’60 nei negozi di giocattoli, vendendo in breve tempo migliaia di pezzi.
I dischi intercambiabili
Le bambine dell’epoca impazzirono per quel bellissimo bambolotto dal nome così azzeccato, tanto da ispirare in loro il primordiale istinto materno.
Senza ciuccio, il dramma
Inoltre Cicciobello grazie alla voce con disco intercambiabile, ottenuta in esclusiva europea dall’azienda giapponese Ozen, era dotato di un’assoluta novità tecnologica per il periodo: senza ciuccio piangeva!
Le newsletter
Tanto per rimanere nel campo dell’innovazione, Gervasio Chiari nel 1968 ideò una campagna pubblicitaria, antesignana delle moderne newsletter.
Via posta
Inviò, infatti, a tutte le giovani mamme lombarde, una lettera in cui, oltre a parlare di Cicciobello, si offriva di farlo recapitare a casa via posta.
Un milione di pezzi
Nel 1971 Cicciobello raggiunse il ragguardevole traguardo di un milione di pezzi venduti. Nel frattempo, oltre ad alcune migliorie meccaniche, il bambolotto era stato dotato di accessori quali: un nutrito guardaroba, l’immancabile biberon, bavaglino, scodelle e posate. Inoltre, il passeggino Cicciogò, il seggiolone Cicciopappa e la culla Ciccionanna.
Cicciobello multirazziale
Negli anni ’60 in nome della globalizzazione e l’amicizia fra i bambini di tutto il mondo, al modello classico fu affiancato l’africano Angelo nero e il cinese Ciao-fiu-lin.
Melting pot
Come mai era successo prima per un giocattolo, la campagna pubblicitaria vedeva il Cicciobello bianco fra le braccia di una bambina nera, quello africano mano nella mano con una bimba cinese e una bimba bianca cullare un bambolotto con gli occhi a mandorla.
Accessori
Nel 1972, mentre anche le bimbe sovietiche, grazie ad un accordo commerciale, potevano godere del loro Cicciobello, altri accessori andarono ad impreziosire il corredo del noto bambolotto.
Teleciccio
Parliamo della cassettiera per la cameretta Cicciorobe e del televisore Teleciccio.
40 versioni
Negli anni di Cicciobello furono realizzate una quarantina di versioni, fra cui una portatile Ciccinobello, alto appena 19 centimetri che non parlava e non piangeva.
Dalla Migliorati a Giochi Preziosi
Negli anni ’80 Cicciobello passò dalla Sebino alla Migliorati Giocattoli. Ad oggi, divenuto giocattolo di punta in tutto il mondo con milioni di pezzi venduti, è distribuito dalla Giochi Preziosi di Cogliate (Mi).
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (E.M per 70-80.it)