1975. Esplode la Yuppi Du mania, dal disco alle magliette, il film partecipa al Festival di Cannes poi sparisce per 30 anni

Yuppi Du

Il 1975 è l’anno in cui tutti amavano esibire la maglietta di Yuppi Du, il nuovo successo del molleggiato Adriano Celentano (1938). La t shirt con l’immagine del cantante in posa plastica di spalle da Cristo Re crocefisso, divenne il capo di vestiario più venduto e imitato.

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L’inizio di una moda

Tant’è vero che ne circolavano degli evidenti falsi immediatamente riconoscibili, come quello con la scritta Vuppi Du.

Da Lo Squalo a Sandokan

All’epoca, sulla scia del favore suscitato dal nuovo brand, a ogni film (Lo Squalo) o sceneggiato televisivo (Sandokan) di successo veniva associata la relativa maglietta e altri gadget (come i cuscini).

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Il disco

In occasione dell’uscita, Adriano Celentano esibendo le sue tipiche movenze presentò Yuppi Du nel programma Rai del venerdì in seconda serata Adesso Musica, condotto da Nino Fuscagni (1937-2018) e Vanna Brosio (1943-2010).

Il testo

A parte il titolo in perfetto stile celentanese, che non significa nulla, questa volta il cantante preferì l’inglese autentico al gramelot di Prisencolinensinanciusol pubblicata nel 1973. Lo accompagnava nel brano la moglie Claudia Mori (1944).

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Colonna sonora

Il singolo Yuppi Du faceva in realtà parte di un progetto ben più vasto che comprendeva l’album colonna sonora dell’omonimo film, diretto, prodotto, interpretato, montato (e si vede), dallo stesso Celentano.

Il Festival di Cannes

La pellicola, che riporta come data d’uscita il 1974, fu scelta l’anno successivo per rappresentare l’Italia al Festival cinematografico di Cannes, riscuotendo critiche lusinghiere.

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Stop

Purtroppo, nonostante l’ottimo riscontro, Adriano Celentano decise di sospendere l’attività di regista e produttore, a causa dei debiti contratti per la sua realizzazione.

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Il Clan Celentano

Il disco cosi come il film, rappresentava un tipico esempio di collaborazione tra il cantante milanese e gli elementi del suo Clan , gruppo di amici musicisti con cui condivise l’omonima etichetta fondata nel 1961, per avere maggiore autonomia creativa. Fra essi il nipote Gino Santercole (1940-2018) e Ricky Gianco (1943).

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Amici e parenti

Per l’album, nel nutrito gruppo di collaboratori troviamo lo stesso Santercole e la giovanissima, all’epoca, figlia Rosita (1965) corista nel brano Do Dap. Entrambi interpreti del film.

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Un film sui generis

Da una figura sempre sopra le righe come il Celentano di quegli anni, ma anche attuale, non ci si poteva aspettare un film tradizionale. Infatti, la pellicola spazia dal drammatico al fiabesco, dal comico al musicale.

Prodromi di Geppo e Joan Lui

Caratteristiche che ritroveremo nei suoi progetti futuri, come Geppo il folle del 1978 e  il controverso Joan Lui – Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì, uscito nel 1985.

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La denuncia sociale

Celentano tocca tematiche forti come quella delle morti bianche, la situazione di Porto Marghera negli anni ’70, l’inquinamento, lo stupro e l’affidamento dei figli.

Venezia vs Milano

Sullo sfondo una Venezia descritta come città viva, in contrapposizione a Milano dove esistono solo interessi economici.

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La storia d’amore

Yuppi Du racconta la storia d’amore pazza e onirica di un povero pescatore.

Felice Della Pietà

L’uomo, Felice Della Pietà (lo stesso Celentano) è vedovo della bella e misteriosa Silvia Della Noce (Charlotte Rampling, 1946) e sposato in seconde nozze con Adelaide (Claudia Mori).

Silvia non è morta, è ritornata dal canal

Celebre la sequenza del ritorno di Silvia e il balletto: Silvia non è morta è ritornata dal canal con l’esibizione di Jack La Cayenne (Alberto Longoni, 1937), il caratterista tuttofare inventore delle movenze cui si ispirò Celentano e che fecero la sua fortuna.

Il grande ritorno

Nonostante il grande successo al botteghino, Celentano proibì la distribuzione del film in videocassetta.

Su YouTube

Per fortuna, dopo i pochi passaggi televisivi, finalmente nel 2008 è stato riproposto in versione restaurata alla 65ma Mostra del Cinema di Venezia. Ora è disponibile su You Tube.

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Podcast

Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (E.M per 70-80.it)

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