Che Bonvi (Franco Bonvicini, 1941-1995) si divertisse a sbalordire i suoi numerosi fan con storie a fumetti satiriche e per molti aspetti rivoluzionarie non c’è dubbio. Pochi ricordano, però, che nei primi anni ’80 colse di sorpresa tutti, quando si cimentò, con Playgulp, addirittura nel genere erotico.
Playboy
Il titolo Playgulp, alludeva, con Play, alla rivista mensile Playboy su cui il fumetto era pubblicato e, con Gulp, al celebre programma Supergulp in onda sulla Rai fino al 1981. Programma dove comparivano Nick Carter, personaggio nato dalla matita dell’artista modenese e di Guido De Maria (1932) e Sturmtruppen.
Doppia nascita
Che poi, a pensarci bene, fin dall’inizio Bonvi ci aveva abituato ad una sua veste anticonvenzionale. Si racconta che la madre per ottenere durante la guerra la doppia tessera annonaria, lo avesse registrato all’anagrafe sia a Modena che a Parma.
Natalità controversa
Provocando, una volta diventato famoso, una sorta di contenzioso tra le due città riguardo l’attribuzione del luogo di nascita dell’artista.
Fine tragica
La sua scomparsa, avvenuta nel 1995, lasciò tutti costernati per le circostanze in cui avvenne. Bonvi fu investito da un’auto mentre si recava come ospite alla trasmissione Roxy Bar condotta da Red Ronnie (Gabriele Ansaloni, 1951).
Magnus
E lo voleva fare per vendere delle tavole inedite i cui proventi sarebbero andati all’amico Magnus (Roberto Raviola, 1939-1996), malato di cancro.
Una parentesi scomoda
Fatto sta che nella corposa biografia, di rado troviamo citata la singolare parentesi che vide Bonvi protagonista sul mensile per soli uomini. Forse perché ritenuta da qualcuno un incidente di percorso.
Effimera
Oppure, più semplicemente, caduta nel dimenticatoio, essendo stata tutto sommato effimera.
14 storie
Le storie di Playgulp uscirono infatti per 14 numeri (ma secondo altre fonti 15), di Playboy dal dicembre 1980 al febbraio 1982, probabilmente saltando un numero.
L’erotismo secondo Bonvi
Il fumetto si può definire erotico, ma secondo l’inconfondibile chiave di lettura dell’autore. Innanzi tutto il linguaggio era pieno di doppi sensi e un po’ sboccato.
Personaggi particolari
Curiosa la logica adottata per i personaggi. Nick Carter divenuto Nick Starter compariva senza baffi e un cappello sportivo. Patsy, mutato in Papsy, al posto della bombetta indossava un classico cappello americano Fedora. Infine, Ten non veniva mai chiamato per nome.
I supereroi
Nel pornofumetto Bonvi parodiava i supereroi come Superman, Batman, Hulk e Flash Gordon (chiamato Splash Gordon), ma anche i personaggi classici come Braccio di Ferro e Olivia, disegnati in pose abbastanza esplicite.
Anime
Quelli presi di mira in particolare, erano però i personaggi delle anime giapponesi.
L’arrivo degli anime in Italia
In un’intervista del periodo Bonvi confessò, infatti, di aver voluto divertirsi con le serie animate giapponesi che avevano iniziato a invadere la tv italiana, non senza polemiche da parte dei genitori che le consideravano troppo violente per i propri figli.
Goldrake e gli altri
Ecco che in Playgulp comparivano Goldrake, Mazinga, Mazinga Z, Actarus. Ma anche Heidi con il nonno, Peter, Remi, in una veste non proprio consona. Tutti i personaggi, per ovvi motivi di copyright, avevano sembianze simili, ma non identiche agli originali e quando citati i nomi erano stravolti.
Ricercato dai collezionisti
Considerato il numero esiguo di pubblicazioni e la particolarità del fumetto, Playgulp negli anni è divenuto una rarità particolarmente ambita dai collezionisti.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (E.M per 70-80.it)