Per chi frequentava le discoteche e per tutti i dj era un mito. Claudio Coccoluto, nato 59 anni fa a Gaeta (Latina), aveva iniziato a mixare mettendo sul piatto Maga Maghella di Raffaella Carrà quando aveva solo 13 anni. E non si era più fermato. Almeno fino alle ore 4.30 di oggi.
Coccoluto in prina linea davanti al pubblico fino alla fine
Coccoluto, nonostante le difficoltà di una malattia contro cui combatteva da un anno, era rimasto in prima linea per difendere i diritti degli artisti, annichiliti dallo stop agli eventi determinato dal Covid.
Gli inizi alla Radio
Classe 1962, col pubblico aveva iniziato ad interagire con Radio Andromeda, nel 1978. Da lì in poi si erano aperte le porte delle discoteche. Da dove non sarebbe più uscito.
La carriera in discoteca e quella di produttore musicale
Prima il Seven Up di Gianola (frazione di Formia), poi l‘Histeria di Roma. Dal 1990 all’attività di dj, Coccoluto aveva aggiunto quella di produttore musicale.
Cocco, la firma
La sua era una firma di prestigio: le sue selezioni inimitabili; le sue creazioni irraggiungibili. Un maestro per chi si avvicinava all’arte del mixaggio; un mito per chi era già affermato. Un marchio di garanzia per l’underground, dove era uno specialista, se non un padre fondatore.
Dal suo Goa ai locali di tutto il mondo
Coccoluto, Cocco in breve, aveva presidiato le console delle più prestigiose discoteche italiane: dal suo Goa a Roma, alla Baia degli Angeli di Gabicce Mare, sulla Riviera Romagnola fino al Sound Factory di New York. Non c’era locale che non avrebbe fatto carte false per avere Coccoluto al mixer.
Il libro Io, Dj
Nel 2007 aveva trascritto la sua carriera in un libro estremamente approfondito, intitolato Io, DJ, edito da Einaudi, mentre l’anno successivo aveva partecipato al film Io non ci casco, con la regia di Pasquale Falcone (1956).
Il film con Coccoluto
La trama della pellicola era quella di un ragazzo, Marco, il cui sogno era di organizzare una festa di fine anno con ospite il suo Dj preferito, Claudio Coccoluto. In seguito ad un incidente stradale, Marco finiva in coma irreversibile. La sua stanza d’ospedale diventava quindi luogo di incontro tra amici e parenti, tutti speranzosi che Marco in qualche modo potesse risvegliarsi da un momento all’altro. (M.L. per 70-80.it)