La genesi di American Graffiti risale al 1971, quando la Universal Pictures si accordò col regista George Lucas (1944), reduce dal successo de L’uomo che fuggì dal futuro (1971), affinché girasse due film.
Non è tempo per le Guerre
American Graffiti – per l’appunto – e Guerre stellari, che però è accantonato per gli eccessivi costi e l’inesperienza del giovane regista con film con budget impegnativi.
Il clima revival
Girato prevalentemente a Petaluma, in California, il film anticipa (o secondo alcuni lancia) il revival degli anni ’50-60.
Moda
Una moda che caratterizzerà tutta la seconda metà degli anni ’70 e la prima degli ’80.
I Graffiti della gioventù di George Lucas
I ricordi sono quelli di Lucas e della sua generazione, aiutati, oltre che da un nutrito cast di giovani attori tra cui spicca un giovanissimo Ron Howard (1954), futuro Richie Cunningham in Happy Days, da una colonna sonora di hit del periodo di riferimento.
La soundtrack
Sountrack in cui spiccano (tra gli altri): Rock Around the Clock di Bill Haley and the Comets, Surfin’ Safari dei Beach Boys, Smoke Gets in Your Eyes e Only You dei Platters, Johnny B. Good di Chuck Berry (1926-2017) e soprattutto Green Onions di Booker T. & The M.G.’s
Happy Days…
E proprio Happy Days, appena un anno dopo (1974), si inserisce nella scia del successo di American Graffiti (Golden Globe e cinque nomination all’Oscar).
… e il fraintendimento dello spin-off
Tanto che, erroneamente, all’inizio, qualcuno lo considera uno spin-off del film.
L’anticipazione di Grease
Secondo alcuni, American Graffiti avrebbe stimolato anche Grease (1978), che, oltre al periodo temporale, ha alcuni tratti dei personaggi in comune col film di Lucas.
4 amici…
La trama ruota intorno alla vita di quattro giovani amici: Curt Henderson (impersonato da Richard Stephen Dreyfuss, 1947), Steve Bolander (Ron Howard), John Milner (Paul Le Mat, 1945) e Terry Fields (Charles Martin Smith, 1953).
… al bar del Mel’s Drive-In
I ragazzi si incontrano, come sempre, nel parcheggio del Mel’s Drive-In (modello di location non a caso ripresa in Happy Days) al tramonto di un giorno del 1962.
I personaggi
Steve e Curt si stanno preparando per lasciare la città e frequentare un college nell’East Coast, e questa sarà l’ultima notte che passeranno insieme ai loro amici.
Dubbi
Mentre Steve non vede l’ora di lasciare la piccola cittadina, Curt è dubbioso e ha paura di ciò che lo attende.
Fonzie in nuce
John, bel ragazzo meccanico di professione, duro col cuore tenero (che ispirerà il personaggio di Fonzie in Happy Days) è l’idolo e il riferimento per gli amici.
L’uomo che fuggì dal futuro
Innamorato della sua potente auto (targata THX 138, chiaro riferimento al film L’uomo che fuggì dal futuro) è sempre alla ricerca di avventure sentimentali. E proprio in occasione di una di questa gli comunicano che c’è in giro qualcuno da fuori città che lo cerca per sfidarlo a una corsa in macchina.
Harrison Ford
Quel qualcuno sarà Bob Falfa, interpretato da un allora sconosciuto Harrison Ford (1942). Bob finirà fuori strada, la sua auto prenderà fuoco, ma lui riuscirà a salvarsi.
Tutto in una lunga notte
Per tutta la notte i ragazzi girano per la città avvicendandosi in avventure romantiche, pericolose, allegre, nostalgiche e riflessive.
L’alba della vita
L’arrivo dell’alba segna la fine della gioventù e l’arrivo degli impegni della maturità. E sui titoli di chiusura si anticipa cosa riserverà il futuro ai protagonisti del film.
Sequel…
Nel 1979 col titolo More American Graffiti sceneggiato e diretto da Bill L. Norton (1943) e con lo stesso cast del film precedente (escluso Richard Dreyfuss) è realizzato un sequel, distribuito in Italia con il titolo di American Graffiti 2.
… fallimentare
Ma con riscontri nemmeno paragonabili a quello del film d’esordio.
America Graffiti nella storia
American Graffiti è stato scelto nel 1995 per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
62°
Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito al settantasettesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al sessantaduesimo posto.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (M.L. per 70-80.it)