1971. Debutta in edicola nella nuova inusuale veste di rivista erotica Le Ore: diverrà un culto di una generazione

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Fuori dai nati dagli anni 90 in poi è difficile trovare dei maschietti che non sorridano maliziosamente quando vengono nominate Le Ore. Con le due maiuscole, beninteso.
Le Ore è stata, probabilmente, la rivista erotica più famosa d’Italia negli anni 70 e per almeno metà degli ’80.

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Due vite

Eppure pochi sanno che Le Ore, come altri periodici in qualche modo affini (pensiamo ad ABC e Cronaca Vera), visse due vite.

L’inizio

Fondata nel 1953 come rivista di attualità cinematografica con firme del fotogiornalismo quali Salvato Cappelli (1911-1983), Giuseppe Trevisani (1924-1973), Pasquale Prunas (1924-1985) e Mario Dondero (1928-2015), era caratterizzata appunto dalla presenza di sole fotografie integrate da mere didascalie. Da notare che sebbene non mancassero foto femminili, queste erano al più sensuali, senza per questo essere qualificabili come provocanti.

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Quasimodo

Nella prima metà degli anni ’60 Le Ore (Liete) sposta gradatamente l’attenzione su temi della politica, entrando moderatamente in orbita socialista. La rivista arriva a pubblicare anche una pagina culturale affidata al poeta Salvatore Quasimodo (1901-1968), strizzando, al contempo, l’occhio ad attrici famose in pose ammiccanti.

Sospensione

La rivista tuttavia non decolla, tanto che, nel 1967, l’editore ne sospende le pubblicazioni.

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Le Ore osé

Le Ore riapre nel 1971 attraverso un nuovo editore, Francesco Cardella (1940-2011) – già protagonista di una virata simile con il settimanale ABC di cui ci siamo già occupati – che, cogliendo il periodo favorevole, dà al periodico un taglio softcore, con organi maschili oscurati ed assenza di rapporti sessuali espliciti.

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Dal soft all’hard

Via via, però, Le Ore sposta l’asticella verso l’erotico, per poi virare decisamente verso l’hardcore nel 1977, a seguito di novelle normative meno intransigenti sul tema del nudo e delle pubblicazioni a sfondo esplicitamente sessuale.

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Nudi dal nord

In quel momento la rivista è diretta da una donna: Maria Jatosti (1929, già in ABC), già compagna dello scrittore, giornalista, traduttore, bibliotecario, attivista e critico televisivo italiano Luciano Bianciardi (1922-1971).

La vita agra

Era lei la Maria de La vita agra (1962), che si era avvicinata al genere proprio correggendo i suoi scritti erotici. Ed è proprio la Jatosti che recupera per Le Ore gallerie fotografiche particolarmente spinte dai paesi nordici, dove da tempo le pubblicazioni con temi hard sono consentite.

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1983: dalla Staller alle stelle

Tuttavia il vero e proprio exploit de Le Ore ha luogo nel 1983, quando il periodico scrittura Ilona Staller (1951), in arte Cicciolina, promuovendone i servizi attraverso una campagna pubblicitaria con cartelloni di indubbia attenzione (claim: Le Ore, il settimanale che scotta).

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Climax

Da lì in poi è un crescendo di coinvolgimento di attrici dall’occasione mancata, come Marisa Mell (1939-1992, già Eva Kant nel film Diabolik), Karin Schubert (1944, resa famosa dal cult della sexy-commedia Quel gran pezzo dell’Ubalda tutta nuda e tutta calda) e Paola Senatore (1949, altra icona delle commedie sexy).

Pravo e Minoprio

Ma anche di personaggi dello spettacolo niente affatto in secondo piano, come la cantante Patty Pravo (1948) e la soubrette Minnie Minoprio (Virginia Anne Minoprio, 1942).

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Moana

Ma è il canto del cigno: Le Ore sta infatti iniziando il declino. Discesa arginata momentaneamente attraverso un contratto provvidenziale con Moana Pozzi (1961-1994) concluso nel 1987.

Il tramonto

L’home video sta però divorando le quote di mercato delle riviste hard e quindi Le Ore affronta gli anni ’90 con sempre meno interesse del pubblico. Fino ad abbassare la saracinesca definitivamente nel 2000.

Podcast

Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (M.L. per 70-80.it)

 


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