Da anni si parla (fantastica, sarebbe più corretto) della cosidetta macchina di Majorana, che sarebbe stata inventata dal fisico e accademico Ettore Majorana nato a Catania nel 1906 (letteralmente) scomparso nel 1938.
A Valencia
Anche se, nel 2015, la procura di Roma dichiarò che Ettore Majorana nel periodo 1955-1959 in realtà si trovava nella cittadina venezuelana di Valencia, fuggito probabilmente per l’entità delle sue scoperte sull’atomo.
I ragazzi di via Panisperna
Ettore Majorana, come noto, faceva parte dei ragazzi di via Panisperna a Roma, un gruppo di scienziati con a capo Enrico Fermi (1901-1954).
I neutroni lenti
I giovani scienziati si distinsero soprattutto per aver individuato le proprietà dei neuroni lenti, scoperta che valse a Fermi il premio Nobel, avallando lo studio sulla bomba atomica.
La teoria dei neutrini
Per parte propria, Ettore Majorana divenne famoso per la sua teoria dei neutrini particelle prive di carica elettrica e con una massa molto piccola.
La macchina di Majorana
Cos’è la fantomatica macchina di Majorana? Si tratterebbe di un congegno a forma di cubo di dimensioni ridotte, esattamente di 55 centimetri per lato.
Il magnetismo terrestre
L’apparecchiatura possiederebbe una serie di spessori il cui compito sarebbe quello di isolarla dal magnetismo esterno.
Autoalimentante
Lo strumento non sarebbe collegato ad alcuna fonte di energia, la quale sarebbe autoprodotta, in contrasto con la legge della conservazione della massa, che, come noto, prende origine dal cosiddetto postulato fondamentale di Antoine-Laurent de Lavoisier (1743-1794) «Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma».
L’apparato interno
L’apparato interno composto da vari materiali come oro, silicio e platino trasferirebbe l’energia (prodotta ex novo) in una bobina d’argento, dando vita a un raggio convogliabile all’infinito.
Proprietà prodigiose
Le capacità di questo raggio una volta rivolto versa la materia sarebbero molteplici e straordinarie, come l’annichilimento di scorie nucleari distanti fino a 1500 km di distanza.
L’alchimia
Anche l’alchimia, trasformare in oro i metalli, disciplina antenata della chimica teorizzata nei secoli e mai realizzata, con la macchina di Majorana diventerebbe fattibile.
Energia pulita e teletrasporto
Oltre all’indubbio vantaggio di produrre energia pulita con tutto ciò che ne conseguirebbe, la macchina di Majorana permetterebbe il teletrasporto di materia animata e inanimata verso altre dimensioni, in linea col modello di Star Trek.
Si torna giovani
Inoltre l’invenzione di Ettore Majorana consentirebbe il ringiovanimento di ogni essere umano fino all’età di 21 anni. Perché proprio 21 non è dato di saperlo. Forse perché solo il 6 marzo del 1975 il Parlamento italiano aveva approvato la legge che abbassava da 21 a 18 anni la soglia per la maggiore età?
Contro il cambiamento climatico
Come se non bastasse, la macchina di Majorana sarebbe in grado di porre una soluzione al cambiamento climatico potendo trasformare in atmosfera qualsiasi elemento in ozono, inclusa la C02 in eccesso.
Rolando Pelizza
Rolando Pelizza (1938-2022) è colui che negli anni ha approfondito gli “studi” sulla macchina di Majorana, esponendo gran parte delle singolarità dell’apparecchio. Personaggio, va detto, controverso, le cui dichiarazioni (non solo a riguardo della macchina di Majorana) sono state spesso messe in dubbio.
Commerciante di calzature
Originario di Chiari (Bs), Pelizza proviene da una famiglia facoltosa e negli anni si è specializzato nel commercio di calzature. In seguito si è occupato di altre iniziative economiche aprendo uffici a Roma, allargando i suoi rapporti d’affari in tutta Europa.
Accusato poi assolto
“Nel 1976 fu ingiustamente imprigionato con l’accusa di concorso in sequestro di persona, con la conseguenza di un tracollo economico per le sue società”, dichiarava parlando in terza persona sul suo sito Il segreto di Majorana.
Conosciuto nel 1958
Sempre lui, in una lettera del 2016, ha dichiarato di aver conosciuto casualmente Majorana nel 1958 (quindi esattamente 20 anni dopo la sua scomparsa) in un convento, diventandone allievo e “venendo a conoscenza delle regole di una nuova fisica in grado di cambiare il mondo”.
Nessun convento
Ora, grazie alla Procura di Roma sappiamo, che, nel periodo citato da Pelizza, lo scienziato Ettore Majorana era effettivamente vivo. Sennonché, l’accertamento del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani (1947), pur citando il Venezuela non fa alcun riferimento a un convento.
Quel 1972
Sta di fatto che, nel suo racconto, Pelizza dichiarò che dopo una serie di problemi, la fase operativa iniziò nel 1972: “La macchina è in grado di espellere particelle di antimateria selettive che, a contatto con analoga materia, si distruggono provocando l’emissione di grande energia”.
Primo test ufficiale
La macchina di Majorana – secondo i sostenitori – sarebbe stata testata ufficialmente e per la prima volta nel 1976 con un protocollo elaborato dal CNEN (Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare). Altri esperimenti sarebbero stati eseguiti per il governo americano, belga e la NATO.
No all’uso bellico
Sempre in base alle dichiarazioni del suo “allievo”, Ettore Majorana si raccomandò che la macchina non venisse utilizzata per scopi bellici, ma solo per migliorare l’esistenza del genere umano.
I poteri forti
Pelizza dichiarò d’essere stato sottoposto a pressioni dai soliti poteri forti nel momento in cui si sarebbe rifiutato di usare la macchina per scopi bellici.
I progetti
Dal 2008 la macchina di Majorana sarebbe coperta da brevetto, mentre Rolando Pelizza ha pubblicato i progetti sul web oltre a dei video esplicativi.
Le prove scientifiche
Superfluo sottolineare che non esiste alcuna prova delle capacità del “prodigioso” strumento.
La parola al web
Nondimeno, sul web e in particolare sui social network si rincorrono voci sulle potenzialità della macchina di Majorana e teorie complottistiche sul perché i governi ne impedirebbero la realizzazione. (E.M. per 70-80.it)