1969. Catherine Shell è la donna venuta dallo spazio. Dopo Luna Zero Due, nel ruolo di Maya diventa protagonista di Spazio 1999

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Prima di diventare Maya, ruolo che più di altri le diede grandi soddisfazioni, Catherine Shell (Katherina Freiin Schell von Bauschlott, 1944) l’affascinante attrice ungherese naturalizzata britannica, aveva già avuto a che fare con questioni spaziali.

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Luna Zero Due

Nel 1969 il film Luna Zero Due (Moon Zero Two), diretto da Roy Ward Baker (1916-2010) e ambientato nel 2021, vide, infatti, Catherine Shell interpretare Clementine Taplin. La donna era giunta sulla Luna alla ricerca del fratello minatore scomparso.

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Spazio 1999

Il 1975 segnò una svolta nella carriera di Catherine Shell. In attesa di diventare Maya, uno dei personaggi più amati nella seconda stagione della serie di fantascienza Spazio 1999, ebbe l’occasione di farsi notare già dalla prima.

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Il pianeta incantato

Catherine Shell si calò nei panni di una splendida aliena al servizio del Grande Guardiano ne Il pianeta incantato (Guardian of Piri), ottavo episodio della prima serie (nella foto con il comandante John Koenig, l’attore Martin Landau, 1928-2017)

Un’ancora di salvezza

Il personaggio di Maya, rappresentò un’ancora di salvezza per la serie, che, altrimenti, avrebbe rischiato la fine prematura.

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Tempi di lavorazione lunghi

La prima stagione, infatti, realizzata in Gran Bretagna, era costata troppo. Le riprese del primo episodio Separazione (Breakaway), previste per dieci giorni, erano durate più di quindici. E i tempi di lavorazione dell’intera serie (24 episodi) avevano superato abbondantemente i dodici mesi preventivati.

Questione di telex

Alla base dei ritardi ci fu anche la trasmissione delle sceneggiature di Spazio 1999 via telex alla sede di New York per l’approvazione da parte della ITC Entertainement americana, produttrice della prima stagione assieme alla Rai.

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Arriva Fred Freiberger

Per questo motivo, a supervisionare la realizzazione della seconda stagione, arrivò lo sceneggiatore e produttore americano Fred Freiberger (1915-2003).

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Bye bye Sylvia

L’arrivo di Fred Freiberger coincise con la fine del sodalizio nella vita e sul lavoro dei i creatori di Spazio 1999.

Divorzio a 360°

Parliamo, naturalmente, di Gerry (1929-2012) e Sylvia Anderson (1927-2016).

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Maya

Proprio a Fred Freiberger si deve l’introduzione nella seconda stagione di alcune sostanziali novità, fra cui il personaggio di Maya, interpretato da Catherine Shell. Di lei andiamo a scoprire alcune peculiarità meno note.

La trasformista

L’aliena in grado di trasformarsi in qualsiasi essere vivente, fu ispirata dal personaggio di Spock (Leonard Nimoy,1931-2015) in Star Trek, della cui terza stagione Fred Freiberger fu produttore.

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Come Spock; anzi no

Originaria del pianeta Psychon, il consulente scientifico Maya condivide l’approccio logico di Spock alla risoluzione dei problemi, ma allo stesso tempo ne differisce, essendo una persona affascinante e completamente emotiva.

Presenza costante

Maya è protagonista nella maggior parte degli episodi che compongono la seconda stagione, tranne ne Il Pianeta del diavolo (Devil’s Planet), dove compare solo in un breve flashback.

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Il trucco c’è!

Nei primi episodi Maya compare con le orecchie di color marrone e lunghe basette, cosi come le sopracciglia. In seguito le orecchie diventano rosa, mentre le basette e le sopracciglia si accorciano.

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Qualsiasi materia organica

Tutte le trasformazioni di Maya riguardano esseri viventi. Nell’episodio La Milgonite (2×4 All That Glisters) si afferma però come la donna possa trasformarsi in qualsiasi materia organica.

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Con e senza vestiti

Durante le metamorfosi, infatti, Maya cambia anche i vestiti che spariscono quando assume le sembianze animali. Può persino trasformarsi in personaggi immaginari, come nell’episodio Il ritorno (2×5, Journey to Where) in cui diventa Mr Hyde.

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Tony Verdeschi

Il punto debole di Maya è  il capo della sicurezza Tony Verdeschi (Tony Anholt, 1941-2002) una delle novità introdotte nella seconda stagione. Di lui è perdutamente innamorata e non esita a mettere a rischio la propria esistenza.

Podcast

Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (E.M. per 70-80.it)

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