1975. Spazio 1999: modellini, arredamenti ed effetti speciali che hanno lasciato il segno nella storia della fantascienza televisiva

1999

Ancora oggi, a distanza di quasi 50 anni, quando si pubblicano sui social le immagini di Spazio 1999 la gente ne rimane affascinata. A testimonianza del grande affetto che lega il pubblico alla storica serie televisiva.

La serie Spazio 1999

Ideata da Gerry (1929-2012) e Sylvia Anderson (1927-2016), gli stessi della serie tv UFO, di cui avrebbe dovuto essere il seguito, la britannica (ma coprodotta dalla Rai) Spazio 1999 andò in onda sulla ITC dal 1975 al 1977.

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Composta da due stagioni per 48 episodi, fu trasmessa nel nostro paese dal gennaio 1976.

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Brian Johnson

Grazie a un budget considerevole, la produzione poté affidarsi alle sapienti mani di Brian Johnson (1939), mago degli effetti speciali. Parliamo di quel Johnson collaboratore di Stanley Kubrick (1928-1999) in 2001 Odissea nello Spazio, poi di George Lucas (1944) per L’Impero Colpisce Ancora e di Ridley Scott (1937) per Alien.

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Aliens

Con entrambe le pellicole si aggiudicò  l’Oscar e in seguito lavorò con James Cameron (1954) per Aliens-Scontro Finale.

Gli effetti speciali

Per rendere autentici i veicoli di Spazio 1999, fra cui le celebri navette spaziali Aquile, furono utilizzati porzioni di scena a grandezza naturale, ingrandimenti fotografici e modellini in scala.

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UFO docet

Per le riprese nello spazio, si utilizzò la tecnica già adottata in UFO, con gli oggetti ripresi su uno sfondo nero. Costruiti da Martin Bower (1952), i modelli erano decine, di diverse dimensioni.

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Le divise

Le divise unisex Moon City, con la manica sinistra colorata in base alla sezione d’appartenenza, furono create dallo stilista austriaco Rudi Gernreich (1922-1985), amico di Barbara Bain (1931), la dottoressa Helena Russel protagonista di Spazio 1999 assieme a Martin Landau (1928-2017), il comandante John Koenig, suo marito nella vita reale.

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La base Alpha

Per gli ambienti della base lunare Alpha gli scenografi si servirono di  pannelli 120×240 cm di plastica espansa facilmente assemblabili, che permettevano in base alle esigenze di scena di ricreare qualsiasi ambiente.

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Gli interni

I set di Spazio 1999 erano pieni di elementi d’arredo progettati da famosi designer, molti provenienti dalla scuola italiana.

Portaoggetti e lampade spaziali

Ad esempio il portaoggetti sulla scrivania di John Koenig era opera di Pio Manzù (1939-1969), figlio dello scultore Giacomo e disegnatore della Fiat 127. La lampada da tavolo Sorella, era disegnata da Rodolfo Bonetto (1929-1991) per la Guzzini.

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Lo schermo

Il grande schermo su cui i componenti della base Alpha seguivano le scene esterne non funzionava.

Raggi laser

Le immagini venivano infatti inserite in postproduzione, cosi come i raggi laser provenienti dalle pistole (laser stun gun) e dalle Aquile.

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Le Aquile…

Le navicelle Eagle (Aquile) di Spazio 1999 erano composte da una struttura tubolare dove inserire i vari moduli.

… e comunicatori

Mentre i Commlock, comunicatori agganciati alle cinture e personalizzati con la foto della persona cui erano assegnati, avevano diverse funzioni, fra cui apriporta e collegamenti audio video.

Smartphone ante litteram

Definiti gli smartphone degli anni ’70, in realtà erano completamente finti.

Podcast

Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (E.M per 70-80.it)

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