Quarantaduesima puntata di 70 80, il programma del week-end prodotto da Giornale Radio in collaborazione col nostro periodico. In questa edizione i giornalisti Francesco Massardo e Massimo Lualdi, direttore di 70-80.it, trattano i consueti due argomenti. Che questa settimana sono: i Boomboxes (i megaregistratori portatili degli anni 70 e 80) e la serie Miami Vice.
I boomboxes
Ingombranti, pesanti, costosi e un po’ (tanto) tamarri: si chiamavano Boomboxes ed arrivarono in Italia nella seconda metà degli anni ’70. Lo fecero sull’onda del successo americano, dove spopolavano tra le strade di New York, sotto l’appellativo alternativo di Ghetto Blaster, elementi essenziali della cd. break dance.
A metà tra l’impianto stereo casalingo e la radio portatile
Ibridi tra il classico impianto hi-fi casalingo e la radio portatile, i Boomboxes raggruppavano in un unico apparato più fonti sonore (o di elaborazione sonora). Qui per leggere l’articolo originario in forma integrale.
Miami Vice
Consideriamo Miami Vice l’erede illegittima della prima fashion fiction della storia televisiva: Attenti a quei due (The Persuaders).
Differenze
Pur con ampie differenziazioni, a partire dall’atmosfera: ironica e spensierata quella con Danny Wilde (Tony Curtis, nome d’arte di Bernard Schwartz, 1925-2010) e Lord Brett Sinclair (Roger Moore); fatalista e cupa quella con James “Sonny” Crockett (Donald Harry Wayne Johnson, 1949) e Ricardo “Rico” Tubbs (Philip Michael Thomas, 1949).
Un flop
Miami Vice, come noto, è una serie televisiva statunitense, di genere poliziesco, creata da Anthony Yerkovich (1953) e prodotta dal 1984 al 1989 da Michael Mann (1943) per la NBC, che ne trasmise i primi episodi alle 22:00 del venerdì, senza un particolare successo (essenzialmente per via della controprogrammazione della CBS, che trasmetteva il serial Dallas). Qui per leggere l’articolo originario in forma integrale.