Il 26 ottobre 1984 fra lo scetticismo generale uscì nelle sale cinematografiche americane Terminator (The Terminator). Il film aprì la strada del successo al regista James Cameron (1954): con un budget di soli 6 milioni di dollari ne incassò 78.
L’androide venuto dal futuro
Terminator racconta di un androide cibernetico assassino inviato dal 2029 al 1984 per uccidere Sarah Connor (Linda Hamilton, 1956), futura madre del capo della resistenza contro Skynet, intelligenza artificiale intenzionata a sterminare l’intera umanità (NB: la sceneggiatura è primi anni ’80!).
Kyle Reese
Assieme al Terminator giunge nel 1984 anche Kyle Reese (Michael Biehn, 1956), soldato della resistenza il cui compito è proteggere Sarah Connor.
Le origini del film
Si racconta che il regista James Cameron avesse ideato il soggetto di Terminator durante il suo soggiorno a Roma nel 1982, in occasione dell’uscita di Piraña paura (Piranha II: The Spawning), film a basso costo girato in Italia, che lo aveva visto esordire alla regia.
Febbre provvidenziale
Durante il soggiorno italiano, James Cameron, febbricitante, sognò un torso metallico appena uscito da un’esplosione con dei coltelli da cucina in mano.
Due Terminator
Il soggetto iniziale, in realtà, prevedeva che gli androidi fossero due: il primo, quello che divenne protagonista del film, il secondo fatto di metallo liquido fuso. Purtroppo, la tecnologia dell’epoca non permetteva la realizzazione di quest’ultimo e l’idea fu così abbandonata.
Terminator 2
Salvo poi essere riciclata nel sequel del 1991 Terminator 2: il giorno del giudizio (Terminator 2: Judgement Day), dove l’attore Robert Patrick (1958) interpretava un avanzatissimo androide T-1000.
Per un solo dollaro
Oggi sembra strano, ma James Cameron faticò non poco per fare accettare il soggetto del film. E alla fine vendette per un solo dollaro i diritti alla produttrice Gale Anne Hurd (1955), a condizione che fosse lui a dirigere la pellicola.
John Daly
Produttore esecutivo divenne, invece, John Daly (1937-2008) della Hemdale Film Corporation, mentre la HBO e la Orion Pictures s’impegnarono nella distribuzione.
Arnold Schwarzenegger
La produzione pensò all’attore Arnold Schwarzenegger (1947) inizialmente per il ruolo di Kyle Reese, ma in molti rifiutarono il ruolo di Terminator, fra cui Sylvester Stallone (1946) e Mel Gibson (1956) così suggerendo il ruolo che conosciamo.
Conan il barbaro
Le riprese di Terminator avrebbero dovuto iniziare a Toronto nei primi mesi del 1983, rallentate però da Dino De Laurentis (1919-2010), produttore di Conan il barbaro (Conan the Destroyer).
Questione di clausole
Il produttore applicò una clausola contrattuale che impegnava Arnold Schwarzenegger nella realizzazione di Conan il barbaro per almeno nove mesi.
Le notti di Los Angeles
In seguito Los Angeles fu scelta come location per le riprese di Terminator e la maggior parte delle scene fu realizzata di notte per renderle più spettacolari. In quella occasione la tecnica dello stop motion divenne una delle peculiarità.
Linda Hamilton
A complicare le cose, una settimana prima dell’inizio delle riprese Linda Hamilton si slogò una caviglia, costringendo James Cameron a modificare il piano di lavorazione e l’attrice dovette lavorare sopportando dolori lancinanti.
A Schwarzenegger non piace
Nella sua biografia del 2013 Total Recall: My Unbelievably True Life Story, Arnold Schwarzenegger dichiarò che mai avrebbe pensato fosse cosi impegnativo interpretare un robot. In precedenza aveva definito Terminator: “ A Shit Movie”.
Michael Biehn
L’attore Michael Biehn, non troppo famoso, ebbe invece il ruolo di Kyle Reese, per il quale si pensò anche al musicista Sting (1951). Ma anche lui all’inizio definì Terminator: “Un film sciocco”.
La colonna sonora
L’inconfondibile colonna sonora di Terminator fu composta da Brad Fiedel (1951). Il musicista affermò di aver voluto con essa riprodurre il battito cardiaco di un uomo meccanico.
Film culturalmente rilevante
Nel 2008 Terminator, il primo di una lunga serie di produzioni, fu selezionato dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti per il National Film Registry e definito: “culturalmente, storicamente o esteticamente significativo“. (E.M per 70-80.it)