1975. Fare radio diventa una moda. I giovani raccolgono soldi per l’attrezzatura e i dischi, vogliono divertirsi e parlare alla gente

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Nel 1975 le prime radio cosiddette “libere” fanno capolino nella modulazione di frequenza italiana, quasi del tutto sgombra fino a qualche mese prima. Un manipolo di temerari decide di sfidare la legge, che quell’anno vieta ancora ufficialmente le trasmissioni radio tv alle strutture private.

Le radio pirata

Proprio per questo motivo, sulla scia delle emittenti “offshore” degli anni ’60 come Radio Caroline, in onda da vecchie imbarcazioni in mezzo al mare, le prime  stazioni indipendenti italiane sono definite “pirata” essendo del tutto illegali. In realtà approfittano di un vuoto legislativo, che viene in parte colmato nel 1976.

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I giovani

I giovani accolgono con grande entusiasmo la radio: hanno l’opportunità di mettersi in mostra. Portano da casa l’occorrente per la messa in onda e quello che non hanno se lo procurano o lo auto costruiscono. Bastano pochi watt e pochi soldi per coprire una porzione di territorio abbastanza vasta.

Voglia di comunicare

I figli del ’68 hanno voglia di comunicare, la radio è uno straordinario mezzo di aggregazione. Viene usato per l’intrattenimento ma anche per motivi politici. I movimenti di destra e sinistra se lo contendono.

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Il fascino del dee jay

Prerogativa soprattutto dei ragazzi, la figura del conduttore radiofonico ha un certo ascendente sul pubblico femminile. Molti giovani si accostano al mondo radiofonico semplicemente per rimorchiare.

La musica

Altro motivo per avvicinarsi al mezzo radiofonico: la possibilità di trasmettere la musica preferita e usufruire di una grande quantità di dischi.

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Ogni luogo è buono

Le emittenti nascono ovunque, appartamenti, cantine, sagrestie. Non è insolito che si trasmetta addirittura dalla cucina, davanti ai microfoni sfilano intere famiglie col rumore di piatti in sottofondo.

28 luglio 1976

Quella del 28 luglio è una data storica per l’emittenza privata italiana. La Corte Costituzionale (con la senetenza n. 202) sancisce la liceità delle trasmissioni radio tv ma solo in ambito locale. Da quel momento le radio si moltiplicano su tutto il territorio nazionale. (E.M. per 70-80.it)


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