Il successo di una trasmissione come Portobello è certamente legato inscindibilmente al nome del suo creatore: Enzo Tortora (1928-1988). Per il presentatore e autore televisivo, Portobello era un ritorno alla tv pubblica, dalla quale era stato allontanato per diversi anni a seguito di un’intervista rilasciata nel 1969 al giornale Oggi.
Il jet
In quell’occasione Tortora, all’apice della popolarità (conduceva La Domenica Sportiva e il quiz radiofonico alla rovescia Il gambero), aveva definito la RAI come «un jet colossale pilotato da un gruppo di boy scout che si divertono a giocare con i comandi».
Il primo allontanamento
In realtà era quello il suo secondo allontanamento: il primo aveva avuto luogo nel 1962, quando era stato estromesso dalla RAI per non aver impedito che andasse in onda un’imitazione che Alighiero Noschese (1932-1979) aveva fatto del politico Amintore Fanfani (1908-1999).
Gli annunci pubblicitari
Fatto sta che Tortora, dopo un esilio (di successi) sulle tv private nascenti (Telebiella, Tele Alto Milanese e soprattutto Antenna 3 Lombardia), ispirato dagli annunci pubblicati sul settimanale La Domenica del Corriere, ebbe l’idea di un programma basato sulla dinamica della vendita e dell’acquisto.
L’arrivo a Rai 2
A quel punto il presentatore assieme alla sorella Anna (1935-2003), l’autrice Gigliola Barbieri (1942) e il pubblicitario Angelo Citterio, decise di proporre Portobello all’allora direttore della Rete 2, Massimo Fichera (1929-2012). Che ne rimase entusiasta.
Fumo di Londra
Tanto fu il successo della trasmissione che chi ha più di 50 anni e dopo più di 40 anni dall’esordio, ricorda ancora quello studio televisivo dove campeggiava una riproduzione del famoso orologio Big Ben, emblema di Londra.
Big Ben ha detto stop!
Nella capitale britannica, infatti, si svolgeva (e si svolge tuttora) il mercatino che diede il nome alla trasmissione. Infatti, in ogni puntata, il presentatore concludeva le trattative con la frase: “Big Ben ha detto stop!”.
Il fascino della sorpresa
Non c’è dubbio che l’elemento sorpresa fu uno dei requisiti che rese Portobello una trasmissione destinata a entrare nella storia della televisione. Pur seguendo una scaletta fissa, il fatto che in ogni puntata vi fossero ospiti diversi con relative trovate e prodotti, la rendeva imprevedibile.
Di tutto e di più
Negli anni da Portobello sono passate le proposte più svariate: dalla ricerca di cappelli da bersagliere, alla vendita della culla per bambini che ondeggiava da sola, all’apparecchio che secondo il suo ideatore avrebbe avuto la capacità di spegnere a distanza il motore di qualsiasi mezzo terrestre o aereo.
Abbattiamo il Passo del Turchino per eliminare la nebbia a Milano
Fino alla bizzarra idea di un tranviere di Milano, il signor Piero Diacono, di eliminare la nebbia in Lombardia creando un varco sul Passo del Turchino per far entrare sulla pianura il vento del mar ligure (riportiamo il simpatico video).
Il centralone
Al centralone del programma coordinato da Sua Soavità (come la chiamava Tortora) Renée Longarini (1931-2010), un gruppo di ragazze alcune delle quali destinate al successo come Eleonora Brigliadori (1960), Susanna Messaggio (1963), Paola Ferrari (1960), Federica Panicucci (1967).
Le rubriche
Rubriche come Fiori d’Arancio per la ricerca dell’anima gemella e Dove sei? destinata a chi cercava persone scomparse o di cui si erano perse le tracce da lungo tempo, furono fonte d’ispirazione per numerose trasmissioni future.
Il Pappagallo…
Altro elemento di richiamo per i telespettatori fu il pappagallo, che portava il nome del programma, già presente nella sigla animata scritta e suonata da Lino Patruno (1935).
…e il gioco
In ogni puntata una persona scelta fra il pubblico in studio, ma in alcuni casi venuta appositamente, si cimentava nel tentativo di far pronunciare alla bestiola in trenta secondi la parola Portobello.
Paola Borboni
Nella storica puntata del primo gennaio 1982 avvenne la svolta: l’attrice Paola Borboni (1900-1995), all’epoca 82enne, riuscì nell’impresa di far pronunciare al pappagallo Portobello il proprio nome.
1983
La trasmissione continuò fra il successo generale fino al 1983. Cioè quando Enzo Tortora fu vittima del notissimo clamoroso errore giudiziario sul quale sono stati scritti fiumi di inchiostro. E che ancora oggi è emblema delle distorsioni del nostro sistema giudiziario.
Dove eravamo rimasti?
Tortora tornò al timone del programma (solo) nel 1987, completamente scagionato (celebre l’apertura ad effetto: “Dunque, dove eravamo rimasti?”).
La scomparsa
Ma, segnato nel fisico e nell’animo da quella terribile esperienza, morì l’anno successivo, stroncato da un tumore.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (E.M. per 70-80.it)