Ad ascoltarla oggi dopo più di 50 anni Ma che bella giornata di Ugolino (Guido Lamberti, 1940), ci appare di drammatica attualità. Canzone-manifesto di quel logorio della vita moderna declamato da Ernesto Calindri (1909-1999), testimonial nel noto carosello Cynar, ebbe un grande successo al tempo della sua pubblicazione.
Le scoperte di Guido
Alla fine degli anni ’60, il cantautore calabrese era reduce dall’esperienza discografica poco esaltante con il nome di Le scoperte di Guido. Definita dallo stesso: poco più che un provino.
Da Detto Mariano…
Determinante per la sua carriera fu l’incontro con il produttore e compositore Detto Mariano (1937-2020), che gli permise di ottenere un contratto con la RCA italiana.
a detto Ugolino
Nel frattempo, l’artista cambiò il nome in Ugolino.
Connubio fortunato
Dal connubio con l’amico Pino Cappelletti (1942), che ne scrisse le musiche, assieme al testo dello stesso Ugolino e l’arrangiamento di Detto Mariano, nacque il brano destinato a dargli la celebrità: Ma che bella giornata.
Una giornata storta…
Ma che bella giornata, è il racconto ironico di un uomo comune, alle prese con gli inconvenienti quotidiani.
…a lieto fine?
La giornata dovrebbe però concludersi con il ritorno a casa del protagonista, allietato da una presenza femminile. Ma sembra più un auspicio, come sottolinea l’espressione nel ritornello: Eh…magari!
Quelli della domenica
Lo stile particolare, per certi versi demodé di un personaggio ecclettico come Ugolino, non passò inosservato al pubblico della trasmissione Quelli della domenica, condotta da Paolo Villaggio (1932-2017), dove il cantante si esibì nel 1968.
Il genere demenziale
Fu la consacrazione di Ugolino, apprezzato per il suo fare apparentemente scanzonato, antesignano del filone demenziale. Un modello sviluppato qualche anno dopo da Enzo Jannacci (1935-2013), Cochi Ponzoni (1941) e Renato Pozzetto (1940), Rino Gaetano (1950-1981) e Elio e Le storie tese.
La critica al conformismo
Che sia stato un successo, lo conferma la miriade di interpretazioni a cui il brano ha dato adito negli anni. Qualcuno ci aveva visto anche una critica al conformismo, alla base dei moti del ’68.
Primo rap italiano?
Altri, hanno azzardato l’ipotesi che la canzone possa essere addirittura precorritrice del rap italiano.
Con Franco e Ciccio
Ugolino, assieme al suo complesso fece anche un’apparizione nel film I due magnifici fresconi (un imbroglio tutto curve), diretto nel 1968 da Marino Girolami (1914-1994), e interpretato da Franco (1928-1992) e Ciccio (1922-2003), cantando proprio Ma che bella giornata.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (E.M per 70-80.it)