Gli eventi che ne anticiparono l’uscita non furono proprio favorevoli; eppure quando fu presentata a Parigi, nel 1961, la AMI 6 della Citroën si distinse subito per le numerose peculiarità. Ecco alcune delle più singolari.
Vettura economica
A metà degli anni ’50 nacque per la francese Citroën l’esigenza d’inserire una vettura media ed economica, di circa un litro di cilindrata, tra due modelli di grande successo: la 2CV e la DS 19.
Pierre Bercot
Pierre Bercot (1903-1991) a capo del Centro Studi Citroën e dal 1958 al 1970 presidente e direttore generale del noto marchio, mise subito le cose in chiaro.
Quattro porte e senza portellone posteriore
La nuova nata avrebbe dovuto portare quattro persone; inoltre, la futura AMI 6 da tre volumi sarebbe stata dotata di ampio bagagliaio separato dall’abitacolo, privo di portellone.
Ispirata alla 2CV
Ereditandone il pianale e buona parte della meccanica, la AMI 6 sarebbe diventata a buon diritto la sorella della 2CV.
Flaminio Bertoni
Al designer Flaminio Bertoni (1903-1964) detto l’italiano, entrato in Citroën nel 1932 e autore oltre che della 2CV di altri storici modelli come la Traction Avant e la DS19, spettò il compito di vincere una scommessa tutt’altro che semplice.
620 CC
Il risultato fu una vettura da 620 CC (rispetto ai 425 della 2CV), con una linea detta Ponton, che partiva dal frontale per arrivare al bagagliaio da 350cm³. L’ampio tetto in resina, dal parabrezza anteriore arrivava fino alle spalle dei passeggeri.
La linea a Zeta
L’inedita e innovativa linea a Zeta rispondeva a tutte le esigenze richieste dalla casa madre, consentendo all’AMI 6 di ospitare quattro passeggeri e i loro bagagli sul pianale della 2CV.
Viva l’amicizia!
Quanto al nome, si trattava dell’acronimo composto da A (sigla della 2CV), MI, inteso come gamma media e il 6 riferito alla clindrata. Il tutto letto alla francese stava per L’amicizia.Voilà!
Lo stabilimento di Rennes-la-Janais
Per la realizzazione della AMI 6 fu costruito un apposito stabilimento a Rennes-la-Janais, in Bretagna.
Strani presagi
Si racconta che il giorno dell’inaugurazione, il 19 settembre 1960, il presidente della Repubblica Charles De Gaulle, (1890-1970) incaricato di premere un pulsante per avviare la produzione, non riuscì a far partire le macchine a causa di un problema tecnico.
Il motore
Relativamente al motore, la parte frontale conteneva il bicilindrico sormontato dal carburatore e dal filtro dell’aria, più la ruota di scorta.
L’incavo sul cofano
Per avere dei fari collocati in alto, si decise di dare al cofano una particolare forma a incavo, che divenne una delle peculiarità dell’auto.
La presentazione
Il 24 aprile 1961 la casa francese presentò alla stampa la Citroën AMI 6. Inizialmente venne lanciata come berlina; tuttavia, la versione Break, uscita nel 1964, ebbe più successo, totalizzando ben 550.000 vetture vendute.
Star europea
Il lancio avvenne in contemporanea anche a Milano, Bruxelles, Amsterdam, Ginevra e Colonia. Gli addetti la giudicarono comoda, con un’ottima tenuta di strada e prestazioni adeguate. Il grande pubblico, però, la vide solo più avanti, al Salone di Parigi di ottobre.
Non è la 2CV !
“Questo modello non è in alcun modo destinato a sostituire la 2CV, rispetto a cui è completamente diverso“, recitava il comunicato stampa Citroën del 1961.
Ammaccatela!
Una volta esposta al Salone di Parigi, l‘Ami 6 divenne oggetto di una singolare ripicca da parte della concorrenza, la quale, una volta scoperta la fragilità della carrozzeria, invitò delle persone corpulente ad appoggiarcisi sopra.
Una sola serratura
La AMI 6 era inoltre dotata di un’unica serratura collocata sulla portiera del lato guida, mentre un tirante collocato dietro al sedile comandava l’apertura del bagagliaio. Di conseguenza, aprire il baule con l’auto chiusa diveniva complicato con grande disappunto degli utenti. Problema risolto in seguito con una nuova serratura sul bagagliaio.
Addio AMI 6
Nel 1969 l’AMI 6 fu sostituita dall’AMI 8. Nel 1978 la produzione raggiunse i 2 milioni e 500 mila esemplari.
VISA
Rimase in listino fino al luglio 1978, quando venne sostituita dalla VISA.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (E.M. per 70-80.it)