Dopo più di quarant’anni il quartetto svedese degli Abba è tornato con un disco nuovo, Voyage, a sancire un successo mai venuto meno. Lo stesso che ebbero per la prima volta nel 1974 con il brano Waterloo, quando conquistarono l’Eurovision Song Contest, che all’epoca si tenne a Brighton, nel Regno Unito, arrivando in cima alle classifiche di mezzo mondo.
L’origine del nome
E’ noto che Abba venne ideato dall’acronimo delle lettere iniziali dei nomi del quartetto: Agnetha Fältskog (1950), Björn Ulvaeus (1945), Benny Andersson (1946), Anni-Frid Lyngstad (1945). Non tutti sanno invece, che all’inizio i quattro pensarono a un nome come Luaf (le iniziali dei loro cognomi) o addirittura Aabb. Per fortuna alla fine decisero per l’attuale.
Waterloo
Waterloo è il primo singolo tratto dall’album omonimo, secondo della storica formazione e fu anche il primo con cui il gruppo si accreditò con il nome Abba. Il 6 aprile 1974 il quartetto rappresentò la Svezia all’Eurovision Song Contest, cantando in inglese invece che nella lingua del loro paese. Particolare che nella kermesse canora costituì un’indubbia novità.
La scelta del titolo
Nel testo la battaglia di Waterloo, che segnò la sconfitta di Napoleone Bonaparte (1769-1821), fu usata come metafora per una relazione amorosa giunta al capolinea. La scelta del titolo non fu casuale.
Una stazione ferroviaria
In un’intervista Björn Ulvaeus dichiarò: “Sapevamo che la nostra unica possibilità di vincere il concorso sarebbe stata quella di scrivere una canzone su una stazione ferroviaria di Londra. Quindi le abbiamo provate tutte: St Pancras, King’s Cross, Euston, London Bridge, Paddington e persino Fenchurch Street. Quella che si adattava meglio con la frase del testo: “Non potrei scappare se volessi (Couldn’t escape if I wanted to)”, era Waterloo.
Ventata di novità
Concepita inizialmente con il titolo Honey Pie, la canzone Waterloo assieme agli stessi interpreti portarono una ventata di novità all’Eurovision Song Contest. La melodia differiva dai tradizionali standard tipici dei brani romantici. Offriva, infatti, sonorità rock e jazz, ispirate al cosiddetto Wall of Sound del produttore Phil Spector (1939-2021), cui attinse Michael B Tretow (1944) a sua volta produttore e tecnico del suono degli Abba.
I costumi…
Gli Abba si presentarono sul palco dell’Eurovision Song Contest vestiti in maniera stravagante, con l’intenzione di farsi ricordare (“anche se fossimo arrivati noni”, come dichiararono in seguito).
… esentasse
Particolare curioso: continuarono a indossare quegli strani abiti anche fuori dal palco, perché conciati in quel modo il sistema svedese permetteva loro maggiori detrazioni fiscali su un’abbigliamento non di uso quotidiano. (E.M per 70-80.it)