Nella prima metà degli anni ’70, i genitori tentavano, con grande difficoltà, di comprendere quello strano linguaggio parlato dai figli. Un idioma che, avrebbero poi scoperto, proveniva da Il Dirodorlando, gioco a quiz in onda il sabato pomeriggio sul Programma Nazionale (poi Rai 1). Quel linguaggio veniva usato a scuola anche come codice segreto per scambiarsi informazioni riservate.
Febo Conti
Il Dirodorlando fu una vera e propria rivoluzione in casa Rai, dopo l’archiviazione dei telequiz pomeridiani sul modello di Chissà chi lo sa? di Febo Conti (1926-2012), che aveva terminato la sua lunga avventura nel 1972.
Ci pensa il Mago Zurlì
Cino Tortorella (1927-2017) vero ideatore della Tv dei Ragazzi e noto Mago Zurlì dello Zecchino d’Oro, si era messo subito all’opera alla ricerca di un degno sostituto.
Ettore Andenna
La scelta era ricaduta su Ettore Andenna (1946), voce di Radio Monte Carlo, il quale di recente si era proposto in Rai.
Giochi senza frontiere
La selezione non era stata facile: il futuro protagonista di Giochi senza frontiere, ricorda come fra i provinati ci fosse anche un giovanissimo Christian De Sica (1951).
John Travolta
Ma anche l’attore-doppiatore Claudio Sorrentino (1945-2021) che sarebbe divenuto in seguito voce, tra i tanti, di John Travolta (1954) e Mel Gibson (1956).
Scacco al re
Ettore Andenna, aveva condotto per una sola stagione dal ’72 al ’73 il telequiz Scacco al re, poi scelto per Il Dirodorlando ideato sempre da Cino Tortorella con Bianca Pitzorno (1942) e Guglielmo Zucconi (1919-1998); autori, nel 1974, anche del libro omonimo.
Barabitte e barabitti
“Barabitte e barabitti, stranguliotti e madezuppi, valdomini e ponterbi, sigisnulfi e marguldi e voi nobili baldostenghi, salve!”, era la formula con cui Andenna inaugurava la trasmissione. Un programma il cui vero protagonista, oltre alle squadre, era il linguaggio in stile medievale.
Il gioco
Il modello era inconsueto: ne Il Dirodorlando due squadre di studenti delle scuole medie, con nomi sempre ispirati al linguaggio simil-medievale (i Travicelli, i Malagigi etc), si fronteggiavano in giochi tratti da un antico incunabolo.
Barabitti
Nella fantasiosa logica della trasmissione, i giocatori si chiamavano Barabitti; i capisquadra Baldostenghi; la gara Carolinzio.
Il Bonfrino
Con il termine Bonfrino s’identificava il gioco in cui veniva coinvolto anche il pubblico quando si trattava di scegliere i sette giochi della puntata.
Il codice medievale
Il nome Dirodorlando era tratto dal primo verso della seconda ottava del poema Orlando Furioso (“Dirò d’Orlando, in un medesmo tratto cosa non detta in prosa mai, ne’ in rima”).
Chartlottenburg
Quest’ultimo era un antico codice medievale del XII secolo, rinvenuto da alcuni studiosi nell’abbazia di Chartlottenburg a Berlino.
1236 giochi
Il codice era stato scritto da un monaco a uso dei suoi novizi e conteneva ben 1236 giochi per trascorrere il tempo libero.
Consolatore di coccodrilli
Il libro conteneva anche delle appendici come Le predizioni della Confraternita di San Baruffaldo, usata in studio per predire ai ragazzi qualche professione stramba come il “consolatore di coccodrilli”.
Il Bestiario fantastico
Il Bestiario fantastico contenuto nel codice serviva a dare spunto ad invenzioni scientifiche al limite della credibilità come quella del pilantirro, macchinario ideato per raddrizzare le zampe dei cani. Di sicuro, gli autori avevano fantasia da vendere: tutto sembrava infatti perfettamente reale.
La frase misteriosa
Singolare ne Il Dirodorlando anche la trovata della frase misteriosa iniziale. La quale, pronunciata in un codice che cambiava in ogni puntata, doveva essere decifrata dal pubblico a casa chiamato anche ad indovinare a chi appartenesse la voce (le risposte dovevano essere inviate per posta).
Mia Martina
Apparteneva a Mia Martini (1947-1995) la voce che pronunciò la frase della prima puntata: “Eromu buhao oh paehi hu omtimsu”.
Asino colui il quale lo inventò
Sostituendo a ogni vocale quella precedente nell’alfabeto e a ogni consonante quella successiva, la frase oscura diveniva: Asino colui il quale lo inventò.
Due stagioni
Il Dirodorlando ebbe un tale successo da essere confermato per due anni consecutivi, fino al 1975.
Boneschi
Inconsueta anche la sigla, suonata dal sintetizzatore elettronico del jazzista milanese Giampiero Boneschi (1927-2019). (E.M per 70-80.it)