Conosciamo tutti la storia della guerra dei formati video: per un breve periodo a fine anni ’70 Betamax di Sony e VHS di quasi tutti gli altri produttori di elettronica convivono sul mercato…
Il vincitore
…ma dopo pochi anni il mercato stesso sceglie il VHS e tutti vivono felici e contenti.
Non solo Beta e VHS
Ma la storia è molto più articolata: inizia addirittura nel 1972, con questo strano oggetto:
Il primo sistema
Si tratta della prima cassetta video, introdotta da Philips nel 1972. Analogamente all’abbandonato formato audio Stereo8, non è apparentemente dotata di due bobine, ma di una sola.
Una sola bobina?
Come è possibile? La risposta sta nel fatto che le due parti di nastro (quella che contiene quanto ancora si deve vedere e quella che contiene quanto è già stato visto) sono sovrapposte. Con il corollario che il nastro non finisce mai.
Durata limitata
La durata massima delle cassette è limitata a 60 minuti, ma risulta comunque opportuno utilizzare quelle da 45, in quanto le prime hanno la sgradevole tendenza ad autodistruggersi. Il funzionamento, come si può vedere da questa pubblicità che abbiamo tratto dal catalogo Philips del 1973, è intuitivo e assolutamente alla portata di tutti:
Troppo presto?
Sarà perché era troppo presto (nel 1973 gli italiani avevano per lo più televisori in bianco e nero a valvole), sarà per la breve durata della cassetta, ma il sistema – pur presentato alla Grande Fiera di Milano – non ha nel nostro paese alcun successo.
Arriva il Betamax (Beta)
A risolvere il problema ci pensa il grande avversario di Philips: la giapponese Sony, che nel 1975 lancia il Betamax (detto anche Beta).
Qualità giapponese, prezzi tedeschi
Il formato ha una normale cassetta a due bobine e una qualità video di poco inferiore a quella dei programmi televisivi (quella audio era invece inizialmente pessima). Ma il sistema costa caro, sia lato videoregistratore (spesso oltre il milione di lire) sia lato cassette.
Guerra dei formati: arriva il VHS
E così, a distanza di poco tempo, la JVC lancia un sistema concorrente, il VHS che tutti conosciamo. Cassetta più grande, qualità video peggiore e stessa scarsa qualità audio. Ma il videoregistratore costa meno e, soprattutto, i registratori sono prodotti da molti marchi (a differenza di Beta, un quasi monopolio Sony).
Film carissimi
Videoregistratori e cassette “vergini” diventano così abbordabili: ma non i film preregistrati. Non era raro che un titolo costasse anche 80.000 lire, come nel caso di Terminator 2 (che, peraltro, era opportuno comprare piuttosto in supporto “Laser Disc“, un ulteriore interessante formato di cui parliamo in un articolo separato).
Qualità audio
Abbiamo più volte scritto della pessima qualità audio delle videocassette, cosa che potrà sorprendere i lettori più giovani abituati a colonne sonore addirittura in “Dolby Stereo“.
Come le musicassette
Il motivo è semplice: le prime videocassette registravano l’audio allo stesso modo delle musicassette, con piccole tracce affiancate a quelle grandi dedicate al video. Nel 1984, invece, viene inventato il VHS HiFi: l’audio viene inglobato nella traccia video, modulato in frequenza (quasi fosse una trasmissione radio), ottenendo finalmente una qualità eccellente.
Come il CD
La qualità sonora del VHS HiFi è talmente elevata da far concorrenza addirittura ai nascenti CD, tanto da portare alcuni appassionati a utilizzare il formato per registrazioni di programmi puramente audio.
La vittoria del VHS
Conosciamo tutti l’epilogo della battaglia dei formati: fino alla loro sostanziale scomparsa a inizio anni 2000, le cassette sono disponibili nel solo formato VHS, nessuna traccia residua di Beta. Ma quale fu la ragione?
Porno o Major?
Ci sono due spiegazioni, una più romantica e una più business. Quella romantica riguarda l’industria delle porno-cassette: stufi di dover duplicare (in incredibili strutture dotate di centinaia di videoregistratori) ogni “titolo” due volte, i leader della “Adult Film Industry” scelsero di commercializzare le proprie opere solo sulla cassetta più economica, determinando la fine del Beta.
MGM
L’altra teoria riguarda la disponibilità dei titoli: VHS, supportato da molti costruttori, riesce ad accordarsi con tante major cinematografiche, rendendo disponibili migliaia di titoli di film storici e attuali. Dal canto suo, Sony (che avrebbe completato l’acquisto di Metro-Goldwyn-Mayer solo nel 2004) può contare su una libreria di titoli molto più limitata.
1987
E così nel 1987 compare su tutte le riviste dedicate al video casalingo un annuncio di Sony: da quel giorno sarebbero stati prodotti dall’azienda “anche” videoregistratori VHS.
Solo VHS
Un modo alternativo di dire “solo” videoregistratori VHS. È l’inizio della fine di Beta e della guerra dei formati.

Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (M.H.B. per 70-80.it)