Tv. Quando in occasione della Fiera di Milano i programmi iniziavano addirittura alle 10 del mattino

fiera motta

Per chi e’ nato tra gli anni ’60 e ’70 la storia della Fiera di Milano è legata a doppio filo a quella della televisione. Film in prima mattinata, prove tecniche e addirittura programmi a colori. Ripercorriamone insieme alcune tappe, dando anche un’occhiata alla affascinante evoluzione della Fiera, che fino da prima della guerra ha mostrato a  tutti il meglio di quanto l’Italia sapeva proporre al mondo.

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Ore 17 e zero minuti

Siamo agli inizi degli anni ’70 e l’intrattenimento preferito per bambini e adolescenti non iniziava che alle 17.00. Prima, l’ente di stato proponeva il monoscopio con il sottofondo di un fischio insopportabile: teoricamente per permettere ai tecnici di regolare i televisori.

fiera monoscopio

Giotto

Operazione inutile in quanto il cerchio restava sempre e comunque ovaloide, facendo sembrare le gemelle kessler (1936, 1936), in onda alla sera, delle tappe. Ma c’era una eccezione: “In occasione della Fiera Campionaria di Milano”, dalle 10 alle 11.25 il “Nazionale” proponeva il “Programma Cinematografico”.

Programma cinematografico

Si trattava in genere di film.

Immancabile western o qualche strappalacrime

Quasi sempre un western già trasmesso almeno cinque volte al lunedì, oppure uno strappalacrime sul modello di Catene con Amedeo Nazzari (Amedeo Carlo Leone Buffa, 1907-1979)

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Annunciatrici dormienti

Secondo lo stile dell’epoca era impossibile conoscerne il titolo fino a quando sarebbe comparso durante i titoli di coda. A quell’ora mattuttina le annunciatrici erano infatti ancora coricate (o forse intente a farsi la messa in piega) e lo stile dell’epoca era di non anticipare nulla per iscritto.

Un tempo di una partita

Come del resto ben ricordano gli appassionati di calcio, che alla domenica dovevano subire la “telecronaca registrata di un tempo di un incontro del campionato di Serie A di calcio”.
Ma la storia della Fiera di Milano inizia ben prima dell’era della televisione elettronica.

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L’area Fiera ieri e oggi

La storia

L’Esposizione Internazionale del 1906 (durata da aprile a novembre) segna l’inizio della storia della Fiera di Milano. Si tiene in occasione dell’apertura del traforo del Sempione e occupa un milione di mq tra parco sempione e Piazza d’Armi, collegati da una ferrovia sospesa.

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Architetti

I padiglioni sono progettati da importanti architetti e alcuni resteranno attivi per decenni, quando la Fiera troverà la sua sede definiva proprio nella ex Piazza d’Armi.

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Fiera Campionaria

La prima Fiera Campionaria ha invece luogo tra il 12 e il 27 aprile 1920. Vere pietre miliari della storia italiana vengono annunciate in Fiera: ad esempio la Fiat 508, altrimenti detta Balilla presentata nel 1932.

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Dopoguerra

La seconda guerra mondiale distrugge il 70% del quartiere espositivo. Ma nulla può fermare la “rinascita italiana” e nel 1946  il capo dello Stato provvisorio Enrico de Nicola (1877 – 1959) presenzia alla grande riapertura.

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Star

La star dell’evento è indubbiamente la prima lavabiancheria italiana.

Candy

Il “modello 50” della Candy.

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Eliporto

La fiera ospita anche il primo eliporto europeo situato sopra un palazzo civile: l’occasione è la  “Prima mostra internazionale del volo verticale”.

Dubbi

Come si raggiungesse il terreno dopo essere sbarcati non è particolarmente evidente.

La signora guardi ben…

…che sia fatta di Moplen.

Plastica

La materia plastica viene battezzata dalla Montecatini proprio alla Fiera di Milano: l’invenzione varrà il premio nobel a Giulio Natta (1903 – 1979).

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Tesla

Elon Musk (1971) con Tesla ha messo per primo in vendita un veicolo elettrico? Ma proprio per nulla.

Autobus

Già’ negli anni ’70 gli autobus della linea Cinzano interni alla Fiera (si, perché all’interno ci si muoveva in autobus vista l’enorme superficie della stessa) erano alimentati elettricamente tramite batterie (della Tudor).

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RAI

La RAI disponeva di due studi realizzati nel sottosuolo della Fiera. In questa immagine la scalinata che permetteva l’accesso a quelli di “Chissà chi lo sa”, stucchevole programma a quiz di trenta minuti la cui registrazione durava oltre quattro ore.

Antenne

E rieccoci alla televisione e all’annoso problema di come riceverla. Per molti anni, all’uscita Porta Meccanica stazionava il chiosco mobile di un non milanese con lo stesso accento di un famoso comico gentiluomo.

La RAI disturba la RAI

Con un’ affascinante parlantina costui convinceva tutti che – vista la difficoltà di ricevere la televisione in una zona cosi’ vicina all’antenna trasmittente di corso Sempione – “si sa, la RAI disturba” – riusciva a vendere decine di scatolette magiche che avrebbero rimpiazzato qualunque antenna.

Inutili strumenti

Artifizi ovviamente inutili quanto il famoso “trasformatore“.

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TVC Philips modello Goya

TV color

Terminiamo con il colore. Già’ alla fine degli anni ’60 fanno bella mostra di se in Fiera i primi televisori a colori.

Prove tecniche di trasmissione

Grazie al “secondo canale” RAI di Milano (UHF 26), forse il primo trasmettitore in Italia abilitato, inizieranno infatti le trasmissioni del programma culto del pomeriggio, le “Prove Tecniche di Trasmissione”.
Dureranno fino al 1972, quando l’oscurantismo del repubblicano Ugo La Malfa e del sindacalisti della CGIL faranno tornare tutto in grigio. Ma questa è un’altra storia.

Podcast

Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (M.H.B. per 70-80.it)

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