Il 6 maggio 1971, dopo tre anni di trasmissioni sperimentali, iniziano ufficialmente le trasmissioni di Tele Capodistria, o meglio di RTV Koper-Capodistria, la televisione dedicata alla minoranza linguistica italiana che viveva nell’allora Jugoslavia, più precisamente nelle repubbliche federate di Slovenia e Croazia. Per gli spettatori italiani ciò significa l’arrivo del colore, ma anche di molte leggende metropolitane.
Programmi in bianco e nero per il governo bianco
In quegli anni al governo italiano c’era il democristiano Emilio Colombo (1920-2013) e la TV era rigorosamente in bianco e nero. Si pensava infatti che gli italiani non potessero permettersi un televisore a colori.
…e a colori per quello rosso
A capo del governo della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia invece c’era il maresciallo Tito (1892-1980) e, nel caso di Tele Capodistria, si decise di trasmettere a colori con il sistema tedesco PAL, mentre la RAI subiva ancora il divieto politico di farlo a colori.
Anime generose…
Le emissioni, inizialmente disponibili solo nella zona visibile dal Monte Nanos, iniziarono rapidamente ad essere diffuse prima in Veneto, poi in Romagna, in Lombardia ed alla fine in gran parte d’Italia grazie ai cosiddetti ripetitoristi, anime “generose” che installavano dei ripetitori che ampliavano la zona d’ascolto.
…e business
In realtà, più che generosi erano generalmente attenti al business. Si trattava infatti di società che vendevano antenne e centraline per la distribuzione domestica del segnale televisivo, quando la situazione ormai statica del canali di stato (il Secondo Canale era nato nel 1961) andava ormai decisamente stretta.
Cartoni e film
All’inizio venivano trasmesse tre ore di programmazione al giorno. Si iniziava attorno alle 19.30 con i cartoni animati (o meglio, pupazzi animati, visto che si trattava per lo più di marionette in stile Topo Gigio). Seguiva il Notiziario, un telegiornale prodotto interamente a Capodistria, la pubblicità con la celebre sigla Zig Zag, e quasi ogni sera un film.
Il palinsesto
E questa era la vera innovazione del canale, in un’epoca in cui la RAI mandava in onda solo un film alla settimana, il lunedì sera. Si trattava inoltre di pellicole uscite nelle sale cinematografiche da pochi anni, mentre la RAI era ancora ferma a quelli vecchi di oltre vent’anni. Il resto del palinsesto alternava telefilm e serial ad ottimi documentari d’arte e trasmissioni di approfondimento sulle realtà dell’Europa dell’Est, la rubrica sportiva Eurogoal e spettacoli musicali.
La pubblicità
Tra i programmi più avvincenti c’era… la pubblicità!
Mentre nell’unico altro canale straniero visibile nel nord Italia, la TV Svizzera, venivano trasmessi gli stessi spot italiani (che terminavano dopo l’annuncio del prezzo in lire con l’aggiunta del cambio in franchi) su Tele Capodistria c’era un misto di spot italiani e altri in una lingua che appariva misteriosa. Probabilmente quelli in comune con la casa madre, la TV di Radiotelevizija Slovenija.
I programmi sportivi e musicali
Nel 1972 e 1974 Tele Capodistria, che nel frattempo aveva inaugurato i nuovi studi e non era più in coabitazione con Radio Capodistria, è ricordata per la trasmissione delle Olimpiadi e dei Mondiali di calcio. Sono gli anni in cui anche TV Sorrisi e Canzoni sponsorizzava l’emittente e vi erano mandate in onda persino le serate del Festivalbar (non solo quella finale come alla RAI). Numerosi concerti di musica classica, spettacoli di danza e molte trasmissioni culturali, oltre ai sopracitati film, facevano la differenza tra Tele Capodistria e le trasmissioni della nostra TV nazionale.
Le Olimpiadi
In occasione delle Olimpiadi del 1976 molti italiani decisero di comprarsi un televisore a colori proprio per seguire l’evento sulle televisioni straniere come la TV Svizzera e Tele Capodistria, poiché la RAI continuava a trasmettere in bianco e nero. L’apice fu toccato in occasione delle Olimpiadi di Mosca del 1980 quando l’emittente trasmise 65 ore di diretta con una media di 4-5 ore al giorno. Dopo questo evento iniziò la crisi di Tele Capodistria, a causa soprattutto della concorrenza delle TV private.
Il monoscopio e l’uomo col piffero
Quello che resta nella memoria di tutti coloro che hanno potuto seguire i programmi di Tele Capodistria è il monoscopio (che inizialmente era in bianco e nero) e l’uomo col piffero che – apparentemente stonando un po’- annunciava l’inizio e la fine dei programmi televisivi.
La leggenda metropolitana dei soft porn…
Ma veniamo alle numerose leggende metropolitane che circolavano attorno al canale. La prima riguarda gli immancabili film soft-porn (o forse porn-porn) che sembra andassero in onda “dopo la fine delle trasmissioni”. Una diceria che accomuna numerose reti private degli albori, come Tele Milano International. Noi non li abbiamo mai visti: il trasmettitore veniva spento dopo le 23 e forse i film se li guardavano in studio i registi. Probabilmente la diceria nasce dal fatto che su Tele Capodistria andarono in onda i tipici film “scollacciati” ben prima che alla RAI.
…quella del film invertito…
La seconda riguarda un evento specifico. Una sera in cui sarebbe stato trasmesso un film dalla trama particolarmente complessa e la cui sequenza temporale apparve subito dubbia. Si narra si trattasse in realtà di un film del quale furono mandate in onda le bobine del primo e del secondo tempo invertite. Non è dato sapere se sia accaduto davvero, tanto più che molti non se ne sarebbero nemmeno accorti, in un epoca in cui era normale entrare nelle sale cinematografiche in qualunque momento, spesso nell’intervallo tra i due tempi, ed assistere al primo tempo dopo il secondo!
…e quella della qualità del segnale
L’ultima riguarda la qualità del segnale. Era a colori e chi possedeva un 26 pollici (ricordiamo che all’epoca i televisori in bianco e nero erano al massimo 24) avrebbe potuto vedere uno spettacolo ineguagliabile. Ma l’immagine in molte parti d’Italia sembrava vista attraverso un acquario con le onde!
Le onde
In altre parole, gli oggetti verticali erano vagamente zigzaganti e serpeggianti. Questa è la realtà di come si vedeva, la leggenda riguarda invece il motivo. Gli antennisti riferivano infatti che la causa di tale deformazione fosse all’origine della trasmissione del segnale, mentre appare evidente che si trattasse di un’amplificazione del disturbo dovuta alla sua ripetizione.
La Radio Tele Capodistria visione
Trasmettere la radio in televisione sembra una cosa moderna, inventata da stazioni radiofoniche recenti. Ma già nel 1976 Tele Capodistria metteva come sottofondo al proprio monoscopio l’audio di Radio Capodistria, permettendone l’ascolto in un’area molto più estesa di quella raggiunta dal suo trasmettitore in onde medie. Fu così che in tanti conobbero la simpatia del presentatore Luciano Minghetti, (1935-2003) dapprima disc jockey della radio e poi presentatore di programmi musicali televisivi.
Lo sport come punto di forza
Come ricordato più sopra Tele Capodistria aveva lo sport come punto forte. Facendo parte dell’Eurovisione e non avendo molto da trasmettere mandava in onda in diretta una grande quantità di sport e sempre a colori.
…e come fine
Succedeva così che chi possedeva l’apparecchio era costretto ad appassionarsi al salto dal trampolino, al campionato jugoslavo di basket e perfino a quello di alcuni pesi intermedi di pugilato.
Ma fu proprio lo sport a segnare la mutazione ed in definitiva anche la fine dell’emittente.
Fininvest
Tele Capodistria entrò infatti alla fine degli anni 80 nella sfera Fininvest, dove venne dedicata quasi esclusivamente alla trasmissione di sport sotto il nome di Tele+ 2, terminando così la sua esistenza di rete straniera in Italia.
Il ritorno all’alveo d’origine
La TV trasmessa da Lubiana tornò quindi ad essere una rete locale istriana.
Ma la guerra in Jugoslavia iniziata nel 1991 avrebbe reso probabilmente questo il minore dei problemi per l’emittente e per i suoi collaboratori.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (A.F. per 70-80.it)