Trasmesso per la prima volta dal 1955 al 1960 negli USA come Fury (poi Brave Stallion), il telefilm Furia arriva in Italia nel 1966 sulla TSI (Televisione della Svizzera Italiana, visibile in alcune aree del nord Italia) e l’anno successivo sulla RAI.
Furia, cavallo del West
Le vicende trattate nella fiction sono relative al rapporto simbiotico tra Furia, un cavallo morello e Joey Clark Newton (Robert Leroy Diamond, 1943-2019, che nella vita reale avrebbe abbandonato la professione di attore per divenire un avvocato).
Joey
Joey è un ragazzo orfano dei genitori, appena adottato da Jim Newton (Peter Graves, 1926-2010), proprietario della fattoria Broken Wheel Ranch dove il puledro è presente.
Domato e riconoscente
Joey riesce a domare Furia, considerato fino a quel momento indomabile, conquistandosi l’affetto dello stallone.
Difensore
Così l’animale gli permette non solo di cavalcarlo, ma all’occorrenza lo aiuta e lo difende nelle varie avventure che compongono la serie.
Highland Dale e le altre 4 furie
Per il ruolo di Furia fu usato un cavallo di nome Highland Dale (nato nel 1943 e morto nel 1972), addestrato dal suo proprietario Ralph McCutcheon (1899-1975) – che lo soprannominò Beauty – ed altri quattro cavalli nel ruolo di controfigure.
Il primo episodio: la cattura di Furia
La serie Fury fu trasmessa in 116 episodi dalla NBC durante la prima visione ed in seguito ritrasmessa negli Stati Uniti fino al 1966, distribuita negli anni sessanta e settanta dalla ITC Entertainment, che inoltre produceva la fiction.
Dalla Svizzera all’Italia…
La prima trasmissione in lingua italiana è della TV Svizzera, che mandò in onda la serie a partire dal 1º novembre 1966 con l’episodio La cattura di Furia.
… sulla RAI
Nel 1967, la serie approdò sul Programma Nazionale (l’odierna Rai 1) che mantenne il titolo datole dalla Tv Svizzera, Furia.
La replica
A metà anni ’70, la Rai replicò la serie con il nuovo titolo di Furia cavallo del west e dal 1977 venne trasmesso sulla Rete 1 (l’attuale Rai 1).
La sigla di Mal
Il telefilm fu reso famoso in quegli anni anche grazie alla sigla italiana scritta da Luigi Albertelli (1934-2021) con Guido (1944) e Maurizio De Angelis (1947) e cantata da Mal Ryder (pseudonimo di Paul Bradley Couling, 1944), già noto come membro dei Primitives.