Quello del Mostro di Bargagli, paese sulle colline genovesi nella Val Bisagno, rappresenta uno dei più intricati enigmi italiani dipanatosi nel corso degli anni, dal 1944 al 1985, accompagnato da una lunga scia di sangue.
Il tesoro
Tutto sarebbe nato, siamo nel campo delle ipotesi, da un presunto tesoro composto da denaro e gioielli, trafugato dalle truppe naziste e repubblichine in fuga da Genova nel 1945.
Sparito
Il tesoro sarebbe poi sparito per opera di bande di criminali e di pseudo partigiani del posto.
Verità nascoste
La serie di morti, ben ventisette tra strangolamenti, esecuzioni e suicidi, nella zona di Bargagli, particolarmente intensa nel dopoguerra, potrebbe essere stata causata dal tentativo di nascondere la verità.
La “Banda dei vitelli”
I delitti iniziarono con la presunta “Banda dei vitelli” che macellando bestiame clandestinamente, durante la Seconda Guerra Mondiale sfruttò la carenza di rifornimenti per il mercato nero.
Il “colpo del macellaio “
Dei delitti, tredici furono omicidi accertati commessi con la tecnica del “colpo del macellaio“, ovvero una mazzata in fronte usata anche per uccidere i vitelli.
Tremenda vendetta
Due carabinieri, Candido Cammereri e Carmine Scotti, arrestarono i membri della banda; ma alcuni di essi, che aderirono alla Resistenza dopo l’assoluzione, si vendicarono dei due militi.
Carmine Scotti
Carmine Scotti venne ucciso nel 1944, dopo essere stato sequestrato e torturato con la motivazione (falsa) di essere una spia fascista.
Candido Cammereri
Candido Cammereri, a sua volta, fu ucciso – lo stesso anno – formalmente durante uno scontro a fuoco con i tedeschi, ma secondo un’altra versione assassinato dai componenti della banda.
Ancora morti insolute
Altri omicidi a Bargagli, tra cui quelli di partigiani e civili, si susseguirono in modo misterioso e continuarono nel corso degli anni, coinvolgendo diverse persone.
Iniziano le indagini
Finita la guerra, infatti, nel 1946 la magistratura iniziò a indagare sull’uccisione di Carmine Scotti e sull’operato della “Banda dei vitelli”.
Federico Musso il becchino
Furono interrogati un carabiniere di Bargagli, Armando Grandi e Federico Musso, il becchino del paese, che permise di ritrovare il corpo di Scotti. Tuttavia, l’inchiesta non ebbe ulteriori sviluppi.
L’ennesima vittima
Nel 1961 lo stesso Musso fu trovato sfracellato in un dirupo.
Gerolamo Canobbio
Anche Gerolamo Canobbio ex partigiano e giardiniere della baronessa Anita De Magistris, venne trovato il 13 novembre 1972 con il cranio sfondato.
Giulia Viacava
Stessa sorte toccò il 23 marzo 1974 alla presunta amante di Canobbio, Giulia Viacava. L’ indiziato del delitto Pietro Cevasco, si suicidò il 26 gennaio 1976.
Anita De Magistris
Il 30 luglio 1983 fu invece uccisa la citata baronessa Anita De Magistris, trovata con il cranio fratturato da un colpo di spranga.
“La tedesca “
La De Magistris era detta “la tedesca” in quanto vedova di Paul Drews, ufficiale nazista di stanza a Bargagli e ucciso nell’agguato del 19 aprile nel bosco della Tecosa.
L’inchiesta di Maria Rosaria D’Angelo
Il sostituto procuratore Maria Rosaria D’Angelo (nella foto) aprì una nuova inchiesta che portò a rilevare una connessione tra quattro dei delitti di Bargagli: Carmine Scotti, Gerolamo Canobbio, Giulia Viacava e Anita de Magistris.
Armando Grandi
Vennero emessi 12 mandati di comparizione e arrestato il maresciallo Armando Grandi, lo stesso che da brigadiere nel 1945 aveva scoperto dove era la tomba di Scotti.
Le comunicazioni giudiziarie
Nel 1984 la magistratura emise 14 comunicazioni giudiziarie, cui seguirono numerosi arresti che però non portarono a nulla.
Liberi!
I sospettati vennero poi liberati grazie alle amnistie.
Troppo ampio
D’altro canto, il lasso di tempo fra il primo e l’ultimo omicidio era talmente ampio da rendere difficile l’ipotesi che l’assassino fosse solo uno.
Nessuna risposta
Ad oggi la sequenza di omicidi rimane un mistero, senza risposte definitive o colpevoli identificati.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (E.M. per 70-80.it)