Il museo della stampa e della comunicazione grafica di Lione ospita una mostra dedicata a Susan Kare (1954), l’artista che ha disegnato quelle che forse sono le più eleganti, coinvolgenti e longeve icone della storia dei personal computer.
Susan Kare
Susan è l’anima artistica del ristrettissimo gruppo che ha progettato il primo Macintosh. Cogliamo al volo l’occasione per andare a scoprire qualche cosa di più su questa artista e sul suo lavoro che ha preceduto e posto le basi per l’attuale uso comune dei cosiddetti emoji.
Typesetting
Laureata cum laude in arte nel 1975, si occupa inizialmente di typesetting e della parte grafica di alcune campagne pubblicitarie.
Le prime icone
Viene successivamente contattata da uno dei maghi del software del primo Mac, Andy Hertzfeld (1953), che le chiede di disegnare alcune icone per un nuovo computer grafico che il suo gruppo sta progettando in segreto.
Quaderno a quadretti
“La cosa migliore è che le disegni su un quaderno a quadretti, usando una griglia di 32 x 32 caselle da riempire in nero o lasciare in bianco” spiega Hertzfeld. E cosi, senza esperienza né di computer né di design digitale, Susan inventa uno stile unico che rivoluzionerà (anzi: inventerà) la cosiddetta pixel art.
A:
Ora, occorre ricordare come prima del 1984 l’interfaccia con i PC fosse a base di comandi poco intuitivi, quali DIR, da inserire dopo un inspiegabile A: (per i più ricchi una C; alcuni eccentrici affermano di aver visto la lettera B:, ma 70-80.it non è stata in grado di verificare indipendentemente tale asserzione).
Semplicità
In ogni caso, Susan inventa un modo totalmente differente di comunicare, basato su immagini semplici e amichevoli che nel tempo diventeranno dei classici. Per semplificarle il lavoro – e anche perché aver i disegni su carta era decisamente poco utile – Hertzfeld progetta per Susan uno strano editor.
Pixel Editor
Si tratta di un editor grafico che lavora sui singoli pixel, permettendo di creare le icone punto per punto e contemporaneamente vedere il risultato nella dimensione reale.
Esercizio
È tutt’ora possibile esercitarsi nella creazione di icone utilizzando questo link.
Quadrifoglio
Vediamo dunque alcune di queste “iconiche icone”. Cominciamo da una che, dal 1984 a oggi, è sempre stata presente sulle tastiere della casa di Cupertino: il simbolo Command.
Senza controparte reale
È unico in quanto non ha controparte nel mondo reale (non esiste una rappresentazione per la parola comando).
Castello svedese
Susan sceglie dunque un’immagine astratta, un quadrifoglio modellato sulla forma di un castello di fantasia presente in un parco giochi svedese.
Font
Nel 1984 tutti i caratteri digitali (font) avevano una spaziatura unica (lettere strette come una “i” e lettere larghe come una “W” occupavano lo stesso spazio, con risultati grafici poco eleganti).
Questione di proporzione
Susan progetta invece i primi caratteri proporzionali, i cui principali esempi restano: Chicago, Monaco, New York e Georgia.
Sad Mac
Famosa l’icona del Mac triste, spesso associata alla terribile bomba. In un’epoca in cui non esisteva la cosiddetta protezione della memoria, questo significava che uno dei programmi in corso aveva avuto un problema…
Crash
E di conseguenza tutti i programmi in esecuzione erano finiti in crash.
Un incanto
Consci della perdita di tutti i dati, gli utenti restavano per decine di minuti bloccati, come incantati a osservare la bomba con la miccia innescata.
Clarus il cane-mucca
Ed eccoci a una delle icone più bizzarre di Susan: il cane-mucca, the Dogcow. La sua funzione era indicare se si voleva stampare un foglio in verticale od orizzontale.
Verticale o orizzontale?
Piuttosto che spiegare il concetto, meglio mostrare i due esempi, assolutamente chiari ed espliciti:
Un cane longevo
I più attenti avranno notato che si tratta di un box di stampa recente, non certo degli anni ’80. La ragione è semplice: nel 2014, per celebrare i 30 anni del Macintosh, Apple richiama infatti in servizio il fido cane-mucca, sostituendo provvisoriamente la noiosa icona umana che qualche oscuro “esperto” d’interfacce utente aveva nel frattempo deciso di utilizzare.
Vi ricordate i gift, i regalini che si potevano inviare agli inizi dell’era Facebook?
Attorno al 2010 Zuckerberg ne commissiona centinaia, offrendo a Susan il lusso di lavorare su una griglia di 64 x 64 pixel e a colori.
Icone popolari…
Queste icone (successivamente definite emoji) sono risultate immensamente popolari e il social media blu arrivò a venderne milioni per anno.
… e da appendere
Le icone di Susan possono oggi essere acquistate sotto forma di quadri da appendere alla parete.
MoMA
Gli interessati possono trovarli presso il negozio del MoMA, il Museum of Modern Art di Manhattan, all’11 West. 53rd Street, New York City, USA.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (M.H.B. per 70-80.it)