Ma che bontà, ma che bontà, ma che cos’è questa robina qua. Ma che bontà, ma che bontà, ma che gustino questa roba qua. Quante volte ci è capitato di canticchiare questo simpatico e ironico motivo di Mina? (Anna Maria Mazzini, 1940)
La tigre di Cremona
Il nome di Mina soprannominata La tigre di Cremona, torna ciclicamente alla ribalta oltre che per le sue produzioni musicali mai interrotte, anche per i rumors riguardo un suo eventuale ritorno sulle scene in occasione del Festival di Sanremo.
Le ragioni del soprannome
Il curioso soprannome derivava dal fatto che, pur essendo nata a Busto Arsizio, la sua famiglia era di origini cremonesi. Quindi, per via della sua voce graffiante, le fu dato (pare dalla giornalista Natalia Aspesi, 1929) il soprannome Tigre di Cremona. Mutuando il soprannome da quelli di Milva (Maria Ilva Biolcati, 1939-2021), la pantera di Goro (Fe) e Iva Zanicchi (1940), aquila di Ligonchio (RE).
Il lungo addio
L’ultima esibizione di Mina davanti al grande pubblico, infatti, risale addirittura al 23 agosto 1978.
La Bussola
Il concerto si svolse alla Bussola, il noto locale della Versilia che l’aveva vista esordire nel 1958.
Mina con bignè
Nel 1977 la cantante pubblicò Mina con bignè, trentesimo lavoro in studio venduto assieme all’album Mina quasi Jannacci. Il disco concludeva un ciclo di sei album doppi usciti dal 1972.
Firme prestigiose
Per Mina con bignè, la cantante di Busto Arsizio si affidò a un gruppo di autori e arrangiatori d’alto livello come Cristiano Malgioglio (1945), Riccardo Cocciante (1946), Shel Shapiro (1943) e diversi altri.
Enrico Ricciardi
Fra loro il compositore Enrico Ricciardi (1934-2019).
Ocarina
Fu proprio lui a firmare la simpatica Ma che bontà, dove nella parte finale risalta il suono di un‘ocarina.
La sciura ignorante
La canzone vede Mina calarsi nel ruolo di una sciura, del tutto ignorante in fatto di gastronomia (In cucina non ci entro mai, eh?).
Ma che cos’è questa robina qua
Mina si lancia in una serie di quesiti riguardo quale sia quel tipo di pietanza, vino o gelato.
Simpatico epilogo
Fino ad arrivare al simpatico epilogo che spiazzò i buongustai e scatenò i loro sorrisi. E in taluni casi fece addirittura scandalo.
Successo sui social
Di recente Ma che bontà è tornata a imperversare sui social network.
Ristoranti e pizzerie
E ristoranti e pizzerie l’hanno utilizzata come sottofondo per ricette varie.
Ironia compresa
A conferma d’aver compreso la sottile ironia di cui è permeata la canzone. (E.M. per 70-80.it)
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