Trasmessa a partire dall’8 maggio 1973 nella prima serata del martedì (che allora iniziava alle 20.30) sul Programma Nazionale (oggi RAI Uno), Qui squadra mobile è stata una serie televisiva di genere poliziesco in 12 episodi.
Qui squadra mobile: figlia dei poliziotteschi e madre delle serie poliziesche
Essa era, allo stesso tempo, figlia dei film poliziotteschi di fine anni ’60 primi anni ’70 (sentiti dal pubblico perché contestualizzati nel dilagare sociale della violenza e della delinquenza) e madre di un modello di serie televisive che avrebbe avuto grande successo soprattutto dagli anni ’90 (quale elemento suggestivo di contromisura dei citati fenomeni criminali).
Due stagioni
Prodotta in due serie a distanza di tre anni (1976), Qui squadra mobile è impressa nella memoria anche per le sigle di apertura e chiusura: 113 e Dinamica della fuga, del duo Gianni Meccia (1931) e Bruno Zambrini (1935).
La regia
La fiction era diretta da Anton Giulio Majano (1909-1994), famoso per la regia di successi come La cittadella (1964), Tenente Sheridan: La donna di fiori (1965), La freccia nera (1968), E le stelle stanno a guardare (1971).
Location
Le vicende narrate nella fiction erano ambientate a Roma e ispirate ad episodi di cronaca nera e giudiziaria (rapine, delitti, estorsioni) realmente accaduti nella capitale nei primi anni settanta.
Ricerche
La sceneggiatura era infatti conseguenza di approfondite ricerche intervenute sugli incartamenti presenti negli archivi di polizia.
Interpreti
I protagonisti della serie erano Giancarlo Sbragia (1926-1994), che impersonava il commissario Antonio Carraro, capo della squadra mobile e Orazio Orlando (1933-1990), nella parte di Fernando Solmi, responsabile della sezione omicidi.
2^ stagione
Nella seconda stagione del 1976 subentrarono alcuni nuovi attori, come Luigi Vannucchi (1930-1978), nelle vesti di un nuovo investigatore (Guido Salemi) che sostituiva Giancarlo Sbragia per sopravvenuti impegni teatrali.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (M.L. per 70-80.it)