1958. E’ l’anno del Sarchiapone, lo sketch di Walter Chiari e Carlo Campanini, fine metafora sull’Italia dei tuttologi

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Ma cosa sarà mai questo Sarchiapone? Sia pure per una manciata di minuti, la durata dello sketch ambientato in uno scompartimento ferroviario, nel 1958 buona parte dell’Italia rimase col fiato sospeso, nell’attesa di conoscere il protagonista di quella parola misteriosa.

Parola napoletana

Sarchiapone termine napoletano che deriva dal greco, indica una persona fatta di sola carne, goffa e senza cervello. In senso lato, viene usata per indicare figure corpulente e comunque intellettualmente limitate.

Le origini

Comparve per la prima volta nel Lo Cunto de li cunti overo lo tratteniemento de peccerille, conosciuto anche come Pentamerone (cinque giornate), raccolta di novelle  di Giambattista Basile (1566-1632) edite a Napoli tra il 1634 e il 1636.

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Il barbiere

In seguito lo troviamo nell’opera teatrale religiosa Cantata dei Pastori, pubblicata per la prima volta da Angelo Perrucci (1651-1704) nel 1698. Nelle successive edizioni, quando ormai l’autore era scomparso, fu introdotto il personaggio comico di Sarchiapone, un barbiere in fuga per aver commesso due omicidi.

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Lo sketch

Nello sketch Carlo Campanini (1906-1984), impersona un passeggero che ha portato in treno, ben nascosta, una creatura pericolosa chiamata Sarchiapone.

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Lo scompartimento

Ne nasce un buffo conciliabolo con gli altri tre occupanti lo scompartimento, in cui Walter Chiari (1924-1991), per non fare brutta figura, si mostra profondo conoscitore dell’animale.

Le gaffe

Corredando, naturalmente, numerose gaffe.

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L’invenzione

Alla fine si scopre che il Sarchiapone è solo un’invenzione del suo possessore, per far scappare gli altri passeggeri dal vagone e riposare tranquillo.

Oh quante belle figlie Madama Dorè

La scenetta, nel tempo dilatata a dismisura, fece capolino per la prima volta nella rivista del 1956, Oh quante belle figlie Madama Dorè.

La via del successo

Nel 1958 fu la volta dello storico siparietto tra Walter Chiari e Carlo Campanini, nella trasmissione La via del successo.

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L’appuntamento

Nel 1973 venne riproposto durante il varietà di Antonello Falqui (1925-2019), L’appuntamento, che Walter Chiari conduceva assieme a Ornella Vanoni (1934), che prese parte alla gag.

Italo Terzoli

Tempo fa una ricerca del giornalista e autore televisivo Tatti Sanguineti (1946) rivelò che la sceneggiatura originale della scenetta fu opera di Italo Terzoli (1924-2008), colui che assieme a Enrico Vaime (1936-2021) formò la celebre coppia di autori di teatro e varietà degli anni ’60 e ’70.

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Il venditore ambulante

Italo Terzoli, infatti, s’ispirò a un racconto dello stesso Walter Chiari  che aveva sentito il termine da un venditore ambulante napoletano sulla spiaggia di Fregene vicino Roma.

L’origine

La gente si chiedeva cosa fosse questo Sarchiapone e da qui prese vita la scenetta.

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Fenomeno di massa

Dopo la messa in onda del 1958, il Sarchiapone venne adottato nel tradizionale linguaggio quotidiano, divenendo nome di locali e pizzerie.

Una storia a fumetti

Nel 1964, si trasformò addirittura in una storia umoristica a fumetti illustrata da Alfonso Artioli (1913-1986).

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Metafora italiana

Non c’e’ dubbio che lo sketch sul Sarchiapone sia ancora attualissimo. Descrive l’abitudine tutta italiana, che riscontriamo anche ai giorni nostri in tv e sui social, di esprimere opinioni con assoluta convinzione, su argomenti che in realtà non si conoscono affatto.

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Vieni avanti cretino!

La coppia Chiari-Campanini portò al successo in tv anche un’altra celebre scenetta originariamente proposta dai fratelli De Rege, Guido (1891-1945) nel ruolo di Bebè e Giorgio (1894-1948) detto Ciccio: Vieni avanti cretino!

Podcast

Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (E.M per 70-80.it)

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