Cinquantaseiesima puntata di 70 80, il programma del week-end prodotto da Giornale Radio in collaborazione col nostro periodico. In questa edizione i giornalisti Francesco Massardo e Massimo Lualdi di 70-80.it, trattano i consueti due argomenti. Che questa settimana sono le vicende delle riviste Annabella e Postalmarket.
Annabella
I riformisti anni ’60 stimolano le donne con la ventata di femminismo anche attraverso le riviste femminili.
Tra quelle che maggiormente cavalcano la trasformazione vi è Annabella, settimanale fondato nel 1933 da Angelo Rizzoli (1889-1970) con il nome Lei, modificato nel novembre 1938 dopo la campagna contro l’uso della terza persona come pronome di cortesia.
E a determinare il cambiamento socio-culturale, prima che editoriale, è (anche) una rubrica particolare di Annabella, curata da quello che diventerà uno dei maggiori scrittori noir: il giornalista di origine ucraina Giorgio Scerbanenco.
Casalinghe della borghesia
Inizialmente, Annabella aveva quale target le casalinghe della borghesia.
Linea editoriale conformista
Pubblico che raggiungeva mantenendo – almeno sino alla fine degli anni ’50 – una linea editoriale conformista. Così sovrapponendosi al competitor Grazia, fondato nel 1938 e distribuito dalla Arnoldo Mondadori Editore.
Scerbanenco
Annabella, aveva formato un solido pubblico anche grazie a collaboratori di spicco, come il giornalista ucraino-italiano Giorgio Scerbanenco (Volodymyr-Džordžo Ščerbanenko, 1911-1969), nato a Kiev, nell’allora Russia imperiale, da padre ucraino e madre italiana, assunto nell’immediato Dopoguerra per rispondere alle lettere delle lettrici nella rubrica La posta di Adrian (dopo l’esperienza su Grazia, dove teneva la rubrica della posta del cuore con lo pseudonimo di Luciano). Qui per leggere l’articolo originario in forma integrale.
Postalmarket
Anche noi, ragazzi degli anni ’60 e 70 abbiamo avuto la nostra Amazon. Si chiamava Postalmarket.
Nata nel 1959 a Milano da un’idea di Anna Bonomi Bolchin (1910-2003, conosciuta come “La signora della finanza”) sull’imperante modello statunitense della vendita per catalogo, Postalmarket crebbe fortemente negli anni ’60 e soprattutto nella prima metà dei ’70.
Dalle vetrina di Carosello a casa
E lo fece dando la possibilità a molti italiani di accedere ai prodotti reclamizzati in tv da Carosello di acquistare prodotti difficilmente reperibili, specie nei piccoli centri di provincia. Qui per leggere l’articolo originario in forma integrale.