1985. Né bio né eco-solidale: con polifosfati e citrato di sodio il formaggino d’oro Grünland ha il suo momento di gloria grazie al calciatore Karl-Heinz Rummenigge

GRÜNLAND

Negli anni ‘60 e ‘70 le mamme intenzionate ad allevare bambini floridi non avevano che l’imbarazzo della scelta. Il mondo dei formaggini presentava infatti un’offerta articolata adatta a tutte le età.

L’era dei formaggini 

Mio, Ramek, Milkana e Milione si contendevano il mercato a colpi di regali e spot su Carosello. Tra questi c’era il formaggino Grünland.

GRÜNLAND 1959

Un marketing vincente 

Importato – o forse prodotto – dalla famiglia Truniger di Milano, Grünland non poteva certo competere per il suo gusto: i formaggini erano tutti parimenti insipidi.  Ma i Truniger dovevano essere geni del marketing. Infatti già nel 1959 presentavano il loro prodotto con una pubblicità che ne declamava il grande successo. 

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La confezione

Altre due mosse vincenti dei Truniger erano il nome e la confezione (per farci intendere da tutti: il branding e il packaging). 

Oro

Il formaggino era d’oro. A noi bambini – abituati a Zio Paperone – veniva da pensare che fosse durissimo e più che mangiarlo convenisse metterlo da parte. Ma la parola “oro” doveva risuonare bene nella fantasia delle responsabili d’acquisto. Cioè le mamme, forse consumatrici di caffè Lavazza qualità oro.

GRÜNLAND pckaging

Packaging 

Il vero colpo di genio riguardava la confezione. Il formaggino non era infatti suddiviso negli odiosi spicchi caratteristici della concorrenza.  

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Grünland, il formaggio a dischi

Veniva invece proposto in un formato a dischi, disposti uno sull’altro in un apposito contenitore cilindrico. Per evitarne un successivo riutilizzo come portaoggetti il supporto aveva delle feritoie ai lati, messe lì con la scusa di aiutare nel disperato tentativo di estrarre i dischetti (un’operazione sostanzialmente impossibile). 

 GRÜNLAND

La qualità 

Nessun dubbio sulla qualità del prodotto: proprio sotto il nome figurava trionfante la seguente dicitura: “E 450 polifosfati di sodio + E 331 citrato di sodio”. 

Polifosfati?

Non facile ai tempi trovare una spiegazione di queste parole misteriose: oggi possiamo andare, per esempio, sul sito quotidianosostenibile.it, ma allora al massimo disponevamo delle wakie-talkie a pile (e l’interlocutore al piano di sopra ne sapeva quanto noi).

Una semplice spiegazione

In ogni caso la spiegazione era semplice: i polifosfati erano e sono composti inorganici ottenuti sinteticamente dai rispettivi carbonati e dall’acido fosforico. 

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La pubblicità

Non sappiamo se la famiglia Truniger fosse ancora proprietaria del marchio nel 1985, ma chiunque la gestisse in quell’anno ebbe l’idea che avrebbe fatto ricordare per sempre il formaggino agli appassionati dello sport nazionale.

Piace ai calciatori tedeschi

Una pubblicità con un personaggio celebre (per farci intendere da tutti: testimonial), l’attuale chairman del Bayern München e allora giocatore dell’Inter Karl-Heinz Rumenigge (1955) 

Una scelta convincente

Sorridente e convincente, Karl-Heinz ci faceva sapere che anche lui apprezzava il formaggino d’oro. Quale miglior modo di convincere un italiano sulla bontà di un prodotto alimentare che il consiglio di un tedesco? 

Podcast

Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (M.H.B per 70-80.it) 

 


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