1978. La Fiat lancia il guanto di sfida alla Volskwagen: Ritmo contro Golf. Ma il nome non va bene all’estero

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L’idea della Ritmo nacque nel 1972 sotto il nome Progetto 138 e consisteva in un’evoluzione modernissima e destabilizzante della preesistente Fiat 128, che potesse competere contro la Volkswagen Golf e la Renault 14.

Basta dare i numeri

Anche il nome della nuova vettura, nella mente della Fiat, doveva staccarsi dalla consueta identificazione attraverso numeri.

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E’ Ritmo

Per questo, sei anni di gestazione dopo, fu scelto Ritmo. Per dare un senso di allegria e dinamicità. Tuttavia nei mercati esteri la denominazione fu modificata in Strada.

Perché?

Si disse in quanto Ritmo o Rhythm indicasse in inglese il ciclo mestruale. Così inducendo effetti sul marketing destabilizzanti. Come era accaduto in Italia con denominazioni straniere che da noi erano lette o pronunciate con altri significati.

Leggenda metropolitana

In realtà tale termine non è comunemente utilizzato con il significato citato nei paesi anglosassoni. Quindi appare più probabile che la scelta sia stata fatta per ragioni di pronunciabilità. Anche se una versione ufficiale non risulta essere stata fornita.

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Spiccata riconoscibilità

L’idea della nuova auto era di una 2 volumi con portellone posteriore, abitabilità per 5 persone, interni funzionali e spiccata riconoscibilità rispetto alla concorrenza.

Concept: plastica

Il concept partorito dal Centro Stile Fiat sotto la direzione di Gianpaolo Boano (figlio del famoso designer Fiat  Mario Felice Boano, 1903-1989) vedeva una berlina di meno di 4 metri con futuristici paraurti in plastica. I quali ricomprendevano le luci e che avvolgevano la vettura, peraltro caratterizzata da elementi circolari (fari e maniglie), ma, al tempo stesso, spigolosa.

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Plastica quale modernità

La modernità era contraddistinta altresì da un uso estremo della plastica, considerato (non a torto) elemento dominante del futuro. Proiezione nel tempo che si esternava anche nella catena di montaggio per la prima volta di tipo robotizzato.

La sostanza della Ritmo era una 128

L’eredità della 128, invece, si riscontrava nell’impostazione meccanica: trazione anteriore, sospensioni a ruote indipendenti MacPherson davanti, balestrone trasversale al posteriore e impianto frenante di tipo misto. Il cambio manuale poteva essere a 4 o 5 marce.

Il debutto del 1978

La Ritmo debuttò al Salone dell’automobile di Torino del 1978. Al momento della presentazione erano disponibili due corpi vettura (3 e 5 porte), due allestimenti (L e CL) e quattro motorizzazioni. Alla base si collocava la versione 60, spinta da due motori rispettivamente di 1050 cm³ (per la 60L) e 1116 cm³ (per la 60CL).

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Ritmo brasileiro

Il primo era della famiglia Brasile, derivato dalla locale 147, il secondo di stretta derivazione 128; entrambi avevamo una potenza di 60 CV.

Ritmo 75

Poi c’era la versione 65 con un inedito 1301 cm³ (evoluzione del 1290 cm³ della 128) da 65 CV ed infine la Ritmo 75, con cilindrata elevata a 1498 cm³ (75 CV) e disponibile anche con un cambio automatico a tre rapporti.

Dieci anni di vita

L’auto rimase in produzione fino al 1988, annoverando molte versione e diversi restyling.

 


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