Tra gli anni ’70 e gli anni ’80 prende piede la rielaborazione in chiave pop-disco e pop-rock di pezzi (generalmente di pregio, ma di generi differenti) del decennio precedente. Che in molti casi ottengono riscontri tali da offuscare per sempre (perlomeno per il pubblico di massa) quelli originari.
On the road again by Rockets
E’ il caso di On the road again del 1977 dei Rockets, cover del pezzo omonimo del ’68 dei Canned Heat.
Bette Davis Eyes
Oppure di Bette Davis eyes di Kim Carnes (1945), cover del 1981 dell’originale del ’74 di Jackie DeShannon (1941).
Don’t let me be misunderstood, ma dei Santa Esmeralda
E, soprattutto, di Don’t let me be misunderstood dei Santa Esmeralda.
Cambio di passo
In quest’ultimo caso il brano è infatti riportato al successo in ben due occasioni, con un progressivo cambio di ritmo (col risultato che l’ultima versione è ormai profondamente differente dalla prima).
La genesi
Nel 1977 il gruppo Santa Esmeralda, fondato dal “senza-età” Leroy Gomez (1950), afro-americano di origini portoghesi, con trascorsi nei Tavares (rivali dei Commodores di Lionel Ritchie, 1949) rielabora in chiavo disco-latina il pezzo scritto da Bennie Benjamin (1907-1989), Gloria Caldwell (1933) e Sol Marcus (192-1976) per la cantante e pianista Nina Simone (1933-2003).
Dal 1964
Che lo aveva registrato per la prima volta nel 1964. (M.L. per 70-80.it)
La versione dei The Animals
In realtà, però, nel 1977, Don’t Let Me Be Misunderstood era già conosciuto dai più per un’altra versione: quella del 1965 in chiave blues-rock dei The Animals.
Paternità distorta
Il risultato di tale curioso fenomeno fu che, come fino al 1977 la cover dei The Animals aveva oscurato il pezzo di Nina Simone, da allora ad oggi il grande pubblico ha attribuito la paternità di Don’t Let Me Be Misunderstood ai Santa Esmeralda...