Esistono numerosi casi in cui una canzone identifica fortemente, per sempre e quasi esclusivamente, un artista, che pure ha avuto una vita poliedrica: è il caso di Bandiera gialla di Gianni Pettenati (Giovanni all’anagrafe, 1945-2025).
Eppure quel brano nemmeno era di Pettenati, essendo una cover di The Pied Piper dell’inglese Crispian St. Peters (Robin Peter Smith, 1939-2010), incisa peraltro anche da Patty Pravo (Nicoletta Strambelli, 1948), in una versione in lingua originale come lato B della decisamente più nota Ragazzo triste.
La musica dentro
Fin da bambino Pettenati aveva mostrato un talento particolare per la musica: a sei anni aveva vinto un concorso canoro e, ad otto, intrapreso lo studio della musica.
Il teatro
Il teatro sarebbe stata un’altra sua grande passione, tanto che da ragazzo aveva recitato nella filodrammatica comunale di Piacenza (dove era nato) interpretando Luigi Pirandello (1867-1936).
Tuttavia, fu la musica a consacrarlo definitivamente al grande pubblico.
L’esplosione negli anni ’60
La sua carriera prese slancio nel 1965 con la vittoria al Festival di Bellaria.
L’anno successivo entrò a far parte degli Juniors, gruppo con cui incise il suo primo 45 giri, una versione italiana di Like a Rolling Stone di Bob Dylan (1941), ribattezzata, senza alterazione dall’originale, Come una pietra che rotola.
Da Dylan a Donovan
Seguirono altre cover, come Il superuomo, rivisitazione italiana di Sunshine Superman di Donovan (Donovan Phillips Leitch, 1946) e Puoi farmi piangere, ispirata alla versione di Alan Price (1942) di I put a spell on you.
Bandiera gialla
Ma il vero successo arrivò nel 1966 con Bandiera gialla, adattamento italiano di The Pied Piper di Crispian St. Peters, artista inglese emblema del fallimento per supponenza (la sua popolarità diminuì dopo che affermò di essere un cantautore migliore dei Beatles).
Testa e Nisa
Il brano, riadattato in italiano da Alberto Testa (1927-2009) e Nisa (Nicola Salerno, 1910-1969), divenne il simbolo della gioventù ribelle e dell’energia dei beat italiani, trasformandosi in un inno generazionale e finendo per alterare la sua genesi, al punto che The Pied Piper fu spesso considerata cover di Bandiera gialla.
Sanremo
Nel 1967 Pettenati salì sul palco del Festival di Sanremo con La rivoluzione, mentre a Un disco per l’estate portò Io credo in te.
Cantagiro e le collaborazioni con Paolo Conte
Partecipò anche al Cantagiro con Un cavallo nella testa, brano scritto da un giovane Paolo Conte (1937), anticipando la grande carriera dell’autore piemontese.
Scala reale
Nello stesso anno, al programma televisivo Scala reale, fece squadra con Claudio Villa (1927-1987) e Iva Zanicchi (1940), riuscendo a superare avversari del calibro di Gianni Morandi (1944) e Sandie Shaw (Sandra Ann Goodrich,1947).
La tramontana
Nel 1968 tornò a Sanremo in coppia con Antoine (Pierre Antoine Muraccioli, 1944) con La tramontana, brano che gli garantì un altro posto in finale.
Cin cin
Seguì un periodo di intensa attività discografica con canzoni come Caldo caldo, Cin cin e I tuoi capricci, che confermarono la sua versatilità musicale.
La carriera di critico
Conclusa la fase più significativa della sua carriera discografica, Pettenati si dedicò alla critica musicale ed alla divulgazione storica della canzone italiana.
… e scrittore
Scrisse romanzi, testi teatrali e numerosi libri, tra cui Quelli eran giorni – 30 anni di canzoni italiane con Red Ronnie (Gabriele Ansaloni, 1951), Gli anni ’60 in America, Mina come sono, Io Renato Zero e Alice se ne va.
Breve storia della canzone italiana
Nel 2009 portò in scena il recital Breve storia della canzone italiana raccontata a memoria, uno spettacolo che ripercorreva la musica leggera del nostro Paese.
Il riconoscimento della Repubblica Italiana
Nel 2018 lo Stato italiano gli riconobbe il valore del suo contributo culturale concedendogli un assegno vitalizio di 24.000 euro annui in base alla Legge Bacchelli, destinata agli artisti che hanno illustrato la Patria.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (M.L. per 70-80.it)