1957. Quando si rischiava una multa per i costumi da bagno troppo audaci. Il mistero della foto scattata sulla spiaggia di Rimini

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Estate, tempo di sole, mare e costumi da bagno sempre più colorati e di dimensioni ridotte, di cui non ci si scandalizza quasi più. Un tempo però le cose non erano così.

Gli anni ‘20

Negli anni ’20 del secolo scorso se scoprire gambe e braccia nel quotidiano era considerato indecente, figuriamoci in spiaggia. I costumi da bagno troppo corti, sia maschili che femminili, erano a rischio sanzione.

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Il comune senso del pudore

In spiaggia le donne dovevano indossare dei costumi da bagno non solo interamente coprenti, ma addirittura con dei pesi sull’orlo della gonna.

Pesi e misure

I pesi erano misure di cautela volti ad impedire l’accidentale sollevamento della gonna una volta in acqua.

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Costumi da bagno immorali

Negli anni con l’evoluzione dei costumi da bagno, venero promulgate delle leggi a salvaguardia della pubblica moralità.

Polizia balneare

Misure che imponevano la presenza sulle spiagge dell’autorità di polizia.

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Poliziotti come sarti

I poliziotti avevano il compito di misurare quanta pelle, soprattutto le donne, avessero il diritto di esporre in pubblico.

Il limite della decenza

Il limite sopra il ginocchio era 15 centimetri.

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Annette Kellerman

A dare il là ad una moda così audace fu nel 1908 Annette Kellerman (1887-1975). La nuotatrice australiana ideò il capostipite dei costumi da bagno interi per signora.

Iniziativa arrestata

L’invenzione gli costò, manco a dirlo, l’immediato arresto.

Il bikini

Il nome bikini, il più celebre fra i costumi da bagno, fu ideato nel 1946 dallo stilista francese Louis Réard (1897-1984). Era riferito all’omonimo atollo, dove quell’anno svolsero i test atomici.

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Scopre quasi tutto

Louis Réard lo descrisse come: “Un costume da bagno di due pezzi che rivela tutto ciò che riguarda una ragazza, tranne il nome da nubile di sua madre”.

Modern Girl Magazine

A proposito del nuovo arrivato in fatto di costumi da bagno, la rivista di moda Modern Girl Magazine del 1957 ci mise del suo scrivendo: “Non è necessario sprecare parole sul cosiddetto bikini, poiché è inconcepibile che qualsiasi ragazza dotata di decenza indosserebbe mai una cosa del genere”.

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Amato dalle attrici

Proibito sulle spiagge di quasi tutto il mondo e ritenuto peccaminoso dal Vaticano, il bikini venne adottato dalle più celebri attrici del periodo.

Monroe, Gardner, Hayworth e Taylor

Parliamo di Marilyn Monroe (1926-1962), Ava Gardner (1922-1990), Rita Hayworth (1918-1987), Elizabeth Taylor (1932-2011) e da molte star di casa nostra.

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La foto riminese

Nel 2016 il New York Times pubblicò una foto scattata nel 1957 sulla spiaggia di Rimini, tratta dall’archivio Ullstein Bild dell’agenzia Akg Images.

La multa

La foto ritrae un vigile urbano intento a multare una bella ragazza, rea di indossare un costume da bagno un po’ troppo audace.

Dal bikini al burkini 

La foto faceva parte dell’articolo polemico Dal bikini al burkini  scritto dal premio Pulitzer Alissa J Rubin, riguardo la regolamentazione del vestiario femminile.

Un falso?

In molti a Rimini fra quelli che negli anni ’50 frequentavano le spiagge, misero in dubbio l’autenticità della foto, località compresa. Si pensò a una fake news costruita ad arte.

Il regolamento

E’ pure vero che nel 1957 a Rimini riguardo i costumi da bagno, vigeva il Regolamento di polizia municipale deliberato dal podestà nel 1932 e in vigore fino all’anno 2000.

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Niente bikini!

L’articolo 31 recitava: “è proibito bagnarsi in vista del pubblico in stato di completa nudità e con costumi da bagno indecenti”.

Multa plausibile

La multa alla ragazza poteva essere quindi plausibile. (E.M. per 70-80.it)

 

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