L’omicidio di Fausto Tinelli (1959-1978) e Lorenzo Iaio Iannucci (1959-1978) avvenuto a Milano nel 1978, entrambi militanti di sinistra e frequentatori del centro sociale Leoncavallo, resta ancora oggi un mistero.
La motivazione politica
Anche se non fu mai confermata ufficialmente la motivazione politica dietro questo atto,esistette l’opinione diffusa che lo collegava all’estrema destra.
Il sequestro Moro
Emersero teorie che tentarono di collegare la morte dei due ragazzi al sequestro dell’allora presidente della Dc Aldo Moro (1916-1978), avvenuto due giorni prima, a causa dei presunti legami di Tinelli con il covo milanese delle Brigate Rosse.
Traffico di droga
C’era anche un’altra pista investigativa legata al presunto coinvolgimento dei circoli della droga milanese, basata su un dossier relativo ai traffici di eroina prodotto dai due giovani.
Troppo vicini al vero
Fausto e Iaio sembravano essersi avvicinati troppo alla verità, come evidenziato dai loro nastri d’interviste misteriosamente scomparsi.
Quel 18 marzo
La sera del 18 marzo, Tinelli e Iannucci, dopo essere stati al Leoncavallo, furono attaccati da tre individui.
Gli omicidi
Uno dei due venne ucciso mentre l’altro rimase gravemente ferito e morì poco dopo in ospedale.
Le esequie
La mattina del 22 marzo, le salme furono ricomposte ed esposte nella camera ardente dell’Istituto di medicina legale a Milano e, poco dopo, trasportate nella chiesa di Santa Maria Bianca della Misericordia dove si svolsero le esequie.
Migliaia al corteo funebre
Decine di migliaia di cittadini e militanti seguirono il corteo funebre.
Mauro Brutto
Il giornalista Mauro Brutto (1946-1978), del quotidiano l’Unità, si dedicò per mesi a raccogliere elementi sul delitto. Durante le indagini qualcuno gli indirizzò tre colpi di pistola senza colpirlo.
Indagini rivelate
Pochi giorni dopo, il giornalista mostrò una parte del suo lavoro ad un colonnello dei Carabinieri.
Investito
Il 25 novembre 1978, dopo cena, Mauro Brutto aveva un appuntamento con una sua fonte ma venne investito da una Simca 1100.
Il borsello vuoto
L’auto si dileguò mentre il borsello del giornalista fu ritrovato vuoto qualche ora dopo, in una via vicina.
I soliti sospetti
Le indagini individuarono tra i sospettati gli ora ex terroristi Massimo Carminati (1958) della Banda della Magliana, Claudio Bracci (1958), Mario Corsi (1958), Valerio Fioravanti (1958) e Guido Zappavigna.
Andrea Bellini
Corsi e Fioravanti erano indiziati dei reati connessi al progetto di attentato avvenuto nel 1979 ai danni di Andrea Bellini (1952-2016), figura di spicco dell’Autonomia milanese di estrema sinistra.
Stefano Dambruoso
Il 24 settembre 1999, il Pm di Milano Stefano Dambruoso (1962) chiese l’archiviazione del caso, motivata dall’insufficienza delle prove a carico degli indagati.
Ipotesi e collegamenti
Le ipotesi, i collegamenti e le prove si intrecciarono senza una conclusione definitiva.
I servizi segreti
Le madri delle vittime accusarono i servizi segreti italiani, ma nessuna risposta definitiva venne mai trovata.
La targa ai giardini pubblici
La città di Milano commemorò il loro anniversario intitolando a loro dei giardini pubblici.
Riaprite il caso!
Di recente in Comune a Milano è stata presentata, alla presenza dei famigliari dei due ragazzi, la mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale che impegna la Giunta affinché si proceda alla riapertura delle indagini.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (E.M. per 70-80.it)