Chi è nato prima della metà degli anni ’60 ricorda certamente il gioco dell’estate 1971: le micidiali palline Clic Clac. Appellativo onomatopeico per un divertimento formato da due palline di 4 cm l’una legate ad a un paio di corde che facevano capo ad un supporto di plastica studiato per essere tenuto con la pressione di pollice ed indice.
Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione
Il geniale gioco consisteva nel far battere le due solide palline che rimbalzavano l’una sull’altra in maniera veloce. Generando, appunto, un rapido clic clac.
Effetti collaterali dolorosi del Clic Clac
Rumore a parte, il problema stava nel fatto che era quasi impossibile che nel vortice del movimento non ci finisse il polso o il dorso della mano o, peggio, qualche dito (ma non erano escluse pallinate sulla cervice) del player, con immaginabili dolori (come il video dimostra).
Esercizio fisico intenso
In sé l’esercizio era anche faticoso, posto che le braccia si indolenzivano subito.
Dopo l’euforia iniziale, complice la monotonia del gioco e le conseguenze per le articolazioni, le due palline unite dalle corde finivano immancabilmente nel cassetto.
Sperpero inutile?
Accompagnate dagli improperi della mamma che certificava l’ennesimo inutile sperpero della paghetta.
Ebbasta sfere
I più radicali, invece, le facevano finire agganciate sui cavi telefonici che passavano in mezzo alla strada.
Clic clac
Dove, negli afosi pomeriggi dell’estate 1971, il clic clac era uno dei rumori più frequenti.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (M.L. per 70-80.it)