
Gli studenti degli anni ’70 ricorderanno di certo i lunghi pomeriggi, a volte giornate intere, trascorsi davanti al tavolo del Subbuteo.
Il gioco, arrivato dalla Gran Bretagna, permetteva di imitare quasi alla perfezione le partite di calcio realmente avvenute, o di crearne di nuove. E poi c’era sempre il compagno di classe dotato del “tocco magico”.
Un’idea made in UK
Si racconta che il Subbuteo fu ideato negli anni ‘20 dai marinai inglesi, i quali desiderosi di ricreare, durante le traversate oceaniche, le atmosfere tipiche degli incontri di football, realizzarono miniature in piombo dei giocatori. Il pallone aveva le dimensioni di una pallina da ping pong.
Il nome del gioco
Subbuteo fu il nome che brevettò Peter Adolph (1916-1994) ex pilota della Raf e amante del football. Adolph, a caccia di nuove opportunità di business si ispirò al Newfooty gioco da tavolo inventato nel 1929 da tal William Lane Keeling. Al momento di brevettare il nome, da amante ornitologo, scelse il nome latino del falcone “Hobby” ovvero “Subbuteo” che usò come logo.
L’arrivo in Italia
Una volta arrivato in Italia, a metà anni ’70, il gioco da tavolo ebbe un grande successo. Le scatole strette e lunghe, con le squadre di calcio di provenienza britannica, divennero in seguito molte ricercate dai collezionisti per l’accuratezza delle miniature. Esistevano quelle generiche di diversi colori, quelle riferite a specifiche squadre di calcio e le edizioni “deluxe” più costose.
La squadra più ricercata? L’olandese Ajax!
Le confezioni
La confezione del Subbuteo, prevedeva la riproduzione in scala 1:100 di un campo di calcio con porte, reti, palloni, rappresentato da un panno verde fissato a un tavolo o a una forma di compensato. A parte si potevano acquistare transenne, piloni di illuminazione, tribune, tabellone per i risultati, per rendere sempre più verosimile la riproduzione dello stadio in casa.
I giocatori
Le squadre di 11 giocatori come nel calcio reale, erano composte da pedine di plastica. I giocatori, poggiati su una base semisferica bilanciata con un piombino, venivano colpiti con l’indice della mano destra, per potersi muovere lungo la superficie di gioco e toccare la palla. Il portiere, comandato tramite un’asticella, si trovava in posizione di parata.
Un piacevole passatempo
Le pedine molto fragili, quando cadevano tendevano a rompersi. Oltre al gioco, altro passatempo consisteva nel riportarle, con la colla alla forma originaria, obiettivo quasi mai raggiunto, oppure si riverniciavano nei colori della squadra preferita.
Le regole
Le regole simili a quelle del calcio reale, spesso nei tornei casalinghi venivano rivedute . La durata dell’incontro consisteva in due periodi di gioco di 15 minuti ciascuno, con un intervallo non superiore ai 3 minuti. La palla non poteva essere colpita per piu’ di tre volte dalla stessa miniatura.
Le imitazioni
Negli anni ’70 uscì in Italia il Giocagol, un clone del Subbuteo realizzato dalla Atlantic, più scadente dell’originale. Il campo era di cartone, le miniature dei calciatori meno accurate. (E.M per 70-80.it)