Fissa nella memoria dei ragazzi degli anni ’60 è la sigla (che riportiamo in fondo all’articolo) con Wally Gator che fugge dallo zoo sul motoscafo, saltando da trampolini, eseguendo slalom tra gli alberi, giravolte sui rami e surf col motore.
By Hanna & Barbera
Ideato dall’instancabile duo della Hanna & Barbera, composto da William Hanna (1910-2001) e Joseph Barbera (1911-2006), Wally Gator debutta sulla tv americana nel 1962. Arriverà in Italia solo qualche anno dopo, inserito nel contenitore la Tv dei Ragazzi sul Programma Nazionale (RAI).
Spin-off di The New Hanna-Barbera Cartoon Series
Il concept del cartoon originario era inizialmente composto da tre episodi inseriti in The New Hanna-Barbera Cartoon Series, assieme a Luca Tortuga (di cui ci siamo già occupati) e Lippy the Lion & Hardy Har Har (I due masnadieri).
Colletto bianco
Wally Gator è un simpatico e docile alligatore antropomorfo americano. Il suo look è caratterizzato da un cappello viola e da un colletto bianco.
Lo zoo che va stretto
Vive nello zoo cittadino, dal quale tuttavia regolarmente scappa perché affascinato dal mondo esterno (ed in particolare dal contesto umano, soprattutto cittadino).
Pasticci e guai
Dove, immancabilmente, si trova a combinare pasticci, finendo nei guai.
Mr. Twiddle
Al suo inseguimento si pone il guardiano Mr. Twiddle, costretto, suo malgrado, a rintracciare e spesso a risolvere i disastri causati da Wally Gator (e sovente finendoci lui stesso).
Il doppiaggio italiano
La serie completa del cartone animato è composta da 52 episodi con doppiaggio in italiano a cura di Mario Bardella (1926 -2014).
Wally Gator secondo la sociologia
La serie, secondo lo storico dei cartoni animati Christopher P. Lehman, nonostante il contesto ovviamente divertente, ha un retrogusto amaro.
Emarginato
Il simpatico alligatore è la metafora di un emarginato che vorrebbe integrarsi in una società che non accetta i diversi. E che li respinge a prescindere dagli sforzi di adattamento che questi attuino. (M.L. per 70-80.it)