Era una bella giornata, quasi primaverile, quel 16 marzo del 1978. Avevo 14 anni. Era un giovedì e tornavo da scuola con alcuni amici.
La febbre, quella del sabato sera
Probabilmente discutevamo della Febbre del sabato sera, il film. Che era sì uscito l’anno prima, ma i suoi echi in Italia erano ancora in aria. D’altra parte, in quel periodo, non parlavamo d’altro.
16 marzo 1978
Arrivato a casa percepii subito una strana atmosfera. Cupa. Era successo qualcosa di grave. Non dentro le mura; fuori.
Il telegiornale a quell’ora inusuale
La televisione era accesa su un telegiornale inusuale per l’ora. Non c’erano gli smartphone, non c’era il web. Le notizie più rapide arrivavano dalla radio e dalla tv, se erano in funzione. E andava già bene: solo qualche decennio prima avremmo dovuto attendere il giorno dopo per conoscerle dai giornali…
Hanno rapito Aldo Moro
Mia madre mi disse subito che al mattino avevano rapito Aldo Moro.
Aldo Moro. Il nome mi diceva qualcosa d’importante; ma siccome la politica era così lontana dai miei interessi, non mi sovveniva chi fosse.
Lo Stato
Aldo Moro, classe 1916, era il presidente della DC: la Democrazia Cristiana.
Quel 16 marzo 1978 era il giorno della presentazione del nuovo governo; il quarto guidato da Giulio Andreotti (1919-2013). Ma di fatto era lui, Aldo Moro, il simbolo dello Stato.
Il rapimento
E quella mattina del 16 marzo 1978 Moro era stato rapito in un sanguinoso agguato in via Fani, a Roma, ad opera di militanti delle Brigate Rosse che avevano trucidato la sua scorta.
Ah, i brigatisti!
La rivoluzione
“Oggi non esci, perché scoppia la rivoluzione”, mi disse mia madre, veramente allarmata.
Conseguenze
Aveva ragione. Effettivamente il 16 marzo 1978 avrebbe potuto portare due conseguenze. Comunque dure.
Non lo sapevo; lo avrei compreso dopo.
Prima ipotesi
L’atto dei brigatisti, nella loro strategia (chiunque ne fosse stato il reale artefice), avrebbe dovuto muovere il popolo contro lo Stato. Determinando, negli effetti, una rivolta contro l’istituzione.
Seconda ipotesi
I brigatisti (o coloro che li muovevano) avevano anche calcolato l’ipotesi opposta. E cioè che lo Stato adottasse una durissima repressione contro di loro, facendone dei martiri. E quindi rafforzando la strategia iniziale.
La terza ipotesi. Imprevista
Non avevano, però, elaborato la terza ipotesi. Cioè che il popolo, schifato e indignato, si alleasse con lo Stato.
Il 16 marzo 1978 fu sì un punto di svolta nella storia italiana.
Tuttavia non fu l’apoteosi dell’era delle Brigate Rosse, come credevano.
Fu la loro fine.
Moro fu ucciso 55 giorni dopo. Loro, le BR, morirono prima: il 16 marzo 1978.
Lo avrei compreso tempo dopo. (M.L. per 70-80.it)