Anni 60-70. Apri l’occhio e bevi Giommi è il futuristico logo della bibita nata nella valle di Bognanco

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Un po’ inquietante, con quell’occhio sgranato e l’immagine retrò col look del signor Bonaventura o, secondo alcuni, di Buster Keaton (Joseph Frank Keaton, 1895-1966) e Ridolini (Larry Semon, 1889-1928), ma assolutamente coerente coi tempi, il logo della Giommi fu realizzato nel 1928 dal fondatore della azienda di bevande con sede a Canzo (Como), ma prodotte presso lo stabilimento Gajum, nella Val Bognanco (Verbania).

Apri l’occhio e bevi Giommi

Il marchio Giommi, accompagnato dal celebre claim “Apri l’occhio e bevi Giommi”, caratterizzò il mercato italiano delle bibite (famoso il suo Chinotto) soprattutto dai primi anni 60 fino alle fine dei 70.

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Ercole

Fondata da Ercole Giommi, l’azienda si sviluppò rapidamente nel settore delle bevande in Lombardia.

Dimensione nazionale

Per poi diffondersi in tutta Italia, vantando anche tentativi di imitazione.

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Gobba

Per esempio, a Milano la Giommi fu oggetto di una controversia giudiziaria con la società concorrente Gobba, che aveva sede presso l’omonima località rurale, oggi nota come stazione di Cascina Gobba della linea M2 della metropolitana di Milano.

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Dall’Antica trattoria

La Gobba, fondata da Emilio Andreoni, fratello di Gaetano, gestore della Antica trattoria La Gobba), come la concorrente lariana, produceva e commercializzava bibite.

La Gobbetta (che non portò fortuna)

In particolare, l’azienda milanese realizzava e vendeva bottiglie di gazzosa, derivate dalla sua (più celebre) bevanda Selz, una cedrata chiamata Gobbetta.

Troppo simili

La composizione, il modello di produzione ed  il marchio Gobbetta erano, secondo la Giommi, troppo simili ai propri (regolarmente registrati come segni distintivi del prodotto).

Lex dixit

Al punto che quest’ultima avviò una controversia civile che determinò un’inibitoria a carico dell’azienda milanese, che, anzichè adeguarsi, preferì chiudere l’attività.

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Il declino

Non andò meglio alla stessa società titolare del marchio Giommi, che, dopo i fasti degli anni 50, 60, 70 ed in parte degli 80, iniziò un lento declino.

Il fallimento

Parabola discendente che, dopo diversi passaggi di proprietà (alcuni dei quali controversi), la portò dagli anni ’90 ai margini del mercato, fino al fallimento deciso dal Tribunale di Como.

Giommi oggi

Nel 2015, la Fava Bibite, per conto de Le Terme di Bognanco, ha ricominciato la produzione e distribuzione dei classici cavalli di battaglia di sempre della Giommi: Gazzosa, Aranciata, Limonata e, ovviamente, il celeberrimo Chinotto.

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