Dal ghisa milanese, al pizzardone tipico della Capitale, il giorno della Befana di qualche decennio fa era tradizione inondare di regali la pedana da cui i Vigili Urbani dirigevano il traffico, all’insegna della beneficenza.
La riconciliazione nazionale
Come riportato in un video dell’epoca, la Befana del Vigile rappresentava la giornata della riconciliazione tra cittadini e vigili. Dopo le tante multe comminate nell’arco dell’anno appena finito.
Il dopoguerra
Nel 1946, inizio della tradizione, le città non erano invase dal traffico asfissiante che conosciamo oggi. Il giorno dell’Epifania però si formavano piccoli ingorghi attorno alle postazioni dei Vigili.
La beneficienza
Infatti, dopo la Seconda Guerra Mondiale, il 6 gennaio, cittadini e commercianti presero l’abitudine di donare generi di prima necessità ai Vigili, con l’intento di aiutare le loro famiglie in difficoltà economica.
Chili di doni
Accanto alle postazioni dei Vigili, veniva accatastato di tutto: dolci, bottiglie di spumante, gli immancabili panettoni, olio, pasta, addirittura bombole di gas.
In aiuto dei Vigili
La quantità di doni era tale che i pubblici ufficiali, per non abbandonare il servizio, dovevano farsi aiutare da comuni cittadini a raccogliere i regali e collocarli in maniera ordinata sulla sede stradale.
Problemi di traffico
Alla fine i cittadini in auto e i mezzi pubblici, erano costretti a compiere ampi giri per evitare quella grande mole di doni che occupava la strada e che cresceva di minuto in minuto.
Scatti d’epoca
Per questo motivo l’iniziativa fu battezzata Befana del Vigile. Gli ufficiali del traffico, infreddoliti nei loro lunghi cappotti con i maniconi bianchi, non disdegnavano di farsi immortalare in molte foto d’epoca.
Diversi milioni di lire
Alla fine della giornata, il valore dei doni risaliva a diversi milioni di lire. Una volta portati nelle caserme, erano suddivisi tra tutto il personale.
La Befana per tutti
Dopo qualche anno quando il tenore di vita migliorò, i regali raccolti furono destinati alle persone meno abbienti della città.
Usanza sparita
Negli anni ’60 con il boom economico e l’aumento del numero di semafori, la tradizione andò scemando. In alcune città però, è stata di recente ripristinata.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (E.M per 70-80.it)