Impossibile non aver sorriso ascoltando il famoso intro del pezzo di D’Angiò, Ma quale idea: “L’ho beccata in discoteca con lo sguardo da serpente. Io mi sono avvicinato lei già non capiva niente. L’ho guardata, m’ha guardato e mi sono scatenato. Fred Astaire, al mio confronto, era statico e imbranato…“.
L’idea
L’idea di Pino D’Angiò (vero nome Giuseppe Chierchia, 1952-2024) era tanto semplice quanto efficace: campionare il successo mondiale funky Ain’t no stoppin us now del duo McFadden & Whitehead composto da Gene McFadden (1949-2006) e John Whitehead (1948-2004) con un testo ironico in italiano, a metà tra il falsetto lanciato dai Bee Gees e l’emergente rap.
Rappresentativo dell’edonismo e del funky italiano
Ma quale idea di Pino D’Angiò, pezzo rappresentativo degli anni ’80 (è stato pubblicato proprio nel 1980) ed uno dei primi esempi in Italia di fusione tra rap e funk, vendette 2 milioni e mezzo di copie in Italia e 12 milioni nel mondo.
World Tribute to the Funk
È l’unico artista italiano presente nel DVD World Tribute to the Funk, edito dalla Sony Music nel 2003 quale enciclopedia universale della funky music mondiale.
Sigaretta galeotta
Spesso sul palco con la sigaretta accesa, a Pino D’Angiò nel 2005 fu diagnosticato un sarcoma al quale sopravvisse.
La malattia
Nel 2009, l’artista napoletano (è nato a Pompei) fu tuttavia colpito da un cancro alla gola per cui fu operato quattro volte con successo. Come da lui stesso dichiarato prima della morte, D’Angiò ha combattuto contro 6 tumori nella sua vita.6
Carriera interrotta. Ma solo come cantante
Anche se ciò arrestò di fatto la sua carriera musicale come cantante. Pino D’Angiò, infatti, è stato produttore (sua la hit The Age of Love dell’omonimo artista del 1990, considerata la prima espressione di musica trance a livello globale) e compositore per artisti di pregio come Mina (1940) – col brano Ma chi è quello lì (1987) – ed autore per la RAI.
Al cinema
L’artista ha anche rivestito ruoli in alcuni film, come Il camorrista (1986) di Giuseppe Tornatore (1956) e doppiato varie pellicole di Woody Allen (1935). Tra cui: La rosa purpurea del Cairo, Broadway Danny Rose e Tutti dicono I Love You.
Podcast
Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (M.L. per 70-80.it)