Quando le partite si svolgevano tutte in contemporanea gli italiani riponevano nel Totocalcio le loro speranze per una vita migliore. Un concorso che nel 1975 (e non nel 1993 come riportato da tutti i siti) pagava la più grande vincita della sua storia. Ben descritto dall’ideatore stesso che in un delizioso libello spiegava perché le partite su cui scommettere dovessero essere proprio 12 (e non, ad esempio, 13).
Totocalcio, le regole
Cominciamo con una breve spiegazione del concorso per i lettori più giovani. Si tratta di indovinare i risultati di alcune partite di calcio (inizialmente 12, negli anni 70/80 13 e infine 14). I risultati vanno scritti in apposite colonne, come si può vedere dalla schedina (quasi vincente) riprodotta qui sopra.
La misteriosa X
Sulla schedina non va riportato il risultato pronosticato (es: 2-1). Si usa invece il seguente codice: 1 se vince la squadra 1 e 2 se a trionfare è la squadra 2. Una X indica un pareggio e non, come potrebbe pensare un informatico, qualunque risultato (come l’asterisco nel nome di un file).
R non prevista
Il misterioso giocatore della schedina riprodotta scrive R come risultato di Fiorentina – Ascoli (che effettivamente il 27 settembre 1981 fu R-inviata per impraticabilità del campo). Pronostico corretto, schedina invalidata.
Il Sisalismo
L’inventore del concorso, Massimo Della Pergola (1912-2006), era un triestino che pare lo avesse ideato durante il periodo di sfollamento in Svizzera dove si era rifugiato per sfuggire al rischio di essere condotto al tristemente famoso binario 21 della Stazione Centrale di Milano. L’affascinante storia della gestazione è da lui raccontata nel libro Il Sisalismo, che è disponibile gratuitamente online.
Genialità e perfetto ordine
Tra le tante doti di Della Pergola non doveva figurare la modestia, considerato che nella pubblicazione compaiono frasi quali “La geniale scheda SISAL permette …” o anche “La lunga gamma delle operazioni attinenti ai concorsi viene svolta da SISAL con rapidità da primato e perfetto ordine”.
Una semplice spiegazione
Abbiamo scritto che la schedina iniziale prevedeva 12 pronostici. Il motivo, semplicissimo, è illustrato da Della Pergola a pagina 11 con queste parole: “Il fattore campo avendo il suo peso, le probabilità maggiori sono due, vale a dire: la vittoria della squadra ospitante ed il pareggio.
Multipli
Donde la necessità di avere un numero complessivo di partite che contempli l’abbinamento delle tre probabilità e delle due probabilità: di avere, in altri termini, un numero tale di partite che sia contemporaneamente un multiplo del “tre” e del “due”. Chiaro?
Tredici non previsto
Noi non abbiamo compreso affatto, ma possiamo confermare come 12 risulti effettivamente multiplo sia di 3 che di 2. Quando nel 1951 il governo italiano (che nel frattempo aveva deciso la nazionalizzazione del concorso) porta il numero delle partite a 13 non si rende conto che questo è un numero primo, con la sgradevole caratteristica di non essere multiplo di praticamente niente, men che meno del 3 e del 2.
Popolarità immutata
Fortunatamente, la scarsa familiarità degli italiani con i numeri interi non fa desistere nessuno dal gioco, che anzi continua nella sua crescita di popolarità.
531.441 possibilità
Con 12 partite da prevedere si ha inizialmente una probabilità su 531.441 di vincere (1/3 elevato alla 12ma potenza), numero “talmente elevato che preclude la via alla possibilità di effettuare un pronostico con la certezza matematica di realizzare una vincita”.
1 su 1.594.323
Quando il numero di partite viene portato a 13 la probabilità diviene una su 1.594.323.
Sogni di ricchezza
Si è detto come Il montepremi del Totocalcio continui a salire negli anni: il primo concorso del 1946 consegna solo 463.000 lire all’unico vincitore, ma già all’ottavo concorso i due vincitori portano a casa 1.696.000 lire ciascuno.
Distratto
L’anno successivo un dodici regala 64 milioni al fortunato vincitore: un tale che neppure si accorge di aver fatto 12 (ma che avendo diligentemente riempito i campi nome, cognome e indirizzo sul retro della schedina viene addirittura rintracciato dalla Sisal).
Le vincite miliardarie
A Pasqua del 1975 il vincitore incassa 870.000.000 di lire; dieci anni dopo, nel 1986 il tredici supera il miliardo, pagando 1.730.236.670 lire.
5.549.756.245 lire
Il record apparente delle vincite si ha con il concorso 13 del 7 novembre 1993: ben 5.549.756.245 lire.
La vincita record
Tutti i siti che raccontano la storia del Totocalcio associano il declino della popolarità del gioco alla diminuzione dei premi avvenuta dopo quella che sembrerebbe essere stata la vincita record.
1993
Scrive il Corriere della Sera: “L’anno dei record fu il 1993 con la vincita più alta di sempre. Il 7 novembre tre schedine con un 13 e cinque 12 regalano ai loro possessori 5.549.756.245”
L’inflazione degli anni 70/80
Purtroppo molti paiono aver dimenticato l’inflazione che ha afflitto l’Italia tra il 1974 e il 1984: in media il 16,2% annuo, con una punta del 21.2% nel 1980. Per valutare le vincite dobbiamo dunque aggiustarne il valore, attualizzandolo e pesandolo per l’inflazione.
Nuovo record
Ed ecco che la vincita record non è più quella del 1993, ma piuttosto quella di Pasqua 1975, 4.630.000 euro attualizzati al 2021.
Il declino del Totocalcio
Il declino del Totocalcio è iniziato negli anni ‘90, con l’arrivo delle TV satellitari e il decalage delle partite in orari differenti dalla classica domenica pomeriggio.
Tutto il Calcio Minuto per Minuto
Ma a noi piace pensare che sia iniziato proprio con la vittoria record del 1975, all’apice della sua popolarità e quando Tutto il Calcio Minuto per Minuto si ascoltava ancora, per un ultimo anno, con la radiolina sulle onde medie.
Podcast
Qui per leggere il podcast dell’articolo. (M.H.B. per 70-80.it)