1967. Ferrari, Monza e Monte Carlo: Grand Prix porta il fascino della Formula 1 su incredibili schermi giganti. E terrorizza i bambini

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Qualche anno prima di Jesus Christ Superstar un altro film-colossal in grande formato fa la sua apparizione in Italia: Grand Prix in Cinerama.

Cinerama

È la storia di quattro piloti, delle loro donne e del fascino dei principali circuiti del mondo ripresi come mai prima. Il tutto presentato in un nuovo formato: il Cinerama. Che letteralmente avvolgeva gli spettatori mostrando anche incidenti mortali, in una specie di Virtual Reality ante litteram.

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Grand Prix: la trama 

Il film, per la regia di John Frankenheimer (1930-2002), narra le vicende di Jean-Pierre Sarti (Yves Montand, 1921-1991), un francese prossimo alla fine della sua carriera che guida per la Ferrari; di Pete Aron (James Garner, 1928-2014), americano che cerca di replicare i suoi successi passati su Jordan; Scott Stoddard (Brian Bedford, 1935-2016), inglese alle prese con i postumi di un grave incidente.

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Nino Barlini

E di Nino Barlini (Antonio Sabato, 1943-2021), italiano arrogante che funge da secondo pilota per la Ferrari.

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I risvolti sentimentali

Non mancano i risvolti sentimentali con tanto di love story di uno dei piloti con la moglie del rivale. Prodotto da Edward Lewis (1919-2019), il film fu distribuito da Metro-Goldwyn-Mayer.

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I circuiti 

Le riprese furono effettuate dal vero su alcuni dei principali circuiti della Formula 1: Monte Carlo, Clermont-Ferrand, Spa, Brands Hatch e Monza. 

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Monte Carlo 

Il Gran Premio di Monaco Monte Carlo è da sempre uno dei principali appuntamenti della Formula 1.  Proprio per questo la produzione decise di iniziare il film su di esso e di aggiungere, oltre alle g complesse riprese effettuate dalle vetture, anche speciali panoramiche filmate direttamente da un elicottero.

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Onassis

Difficile riconoscere il porto di Monaco. Anziché gli yacht ci sono barche a remi e piccoli motoscafi. Un solo yacht sara’ in effetti visibile durante il film: quello di Onassis (1906-1975).

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Balle di fieno

Altra peculiarità: alla curva della Rascasse al posto del piano-bar ci sono le balle di fieno 

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Dramma

Non c’è ancora lo Yacht Club dove accade il celebre spaventoso incidente (nel video qui sotto al minuto 7:30). Si tratta di un inseguimento tra due Jordan guidate da  Staddorn e Aaron, dove il secondo è arretrato di un giro causa problemi alla trasmissione.

La bandiera blu

Aaron ignora la bandiera blu, non lascia spazio al compagno e avviene l’incidente.

Incidenti spettacolari

Una delle auto finisce in mare, mentre l’altra – dopo aver volato capovolta – finisce contro le rocce.

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Schermo immenso e suono assordante

Nessuno dei due piloti perde la vita, ma noi (che ai tempi frequentavamo l’asilo), sotto uno schermo immenso e con il suono assordante dei sei canali audio ne fummo traumatizzati.

Coinvolgente

O almeno continuammo a rivedere la scena nel sonno per parecchio tempo. 

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Il Grand Prix di Monza 

Dopo Monte Carlo la storia prosegue su altri importanti circuiti. Ma la gara più  avvincente è l’ultima che si svolge in quello che – almeno per noi italiani – è il secondo più importante circuito del mondo: Monza. 

Le curve paraboliche

Per l’occasione la produzione decise di riattivare le curve sopraelevate (“paraboliche”) dismesse in  realità nel 1961 dopo l’incidente alla Ferrari di Wolfgang von Trips (1928-1961) che causò anche la morte di 15 spettatori.

Contromisure

L’incidente non avvenne in corrispondenza delle paraboliche, ma al fine di ridurre la velocità generale del circuito queste vennero comunque chiuse subito dopo.  

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Curve paraboliche 

In ogni caso, nel film le paraboliche sono aperte ed è proprio su queste che si svolgono alcuni degli inseguimenti più spettacolari del film. Su una di queste ebbe luogo l’incidente che nel film causa la morte di Sarti.

I pensieri di Aron

Motivo che porterà nell’ultima scena le abituali immagini festose della premiazione finale a divenire man mano più melanconiche, fino alla scena finale che vede Aron camminare solitario e pensieroso lungo il circuito.

 

La tecnica 

Si è detto che il film fu presentato in Cinerama, una tecnologia che prevedeva schermi curvi e tre differenti proiettori, ciascuno incaricato di proiettare su una porzione di schermo.

L’immagine

Il risultato era un’immagine dove il rapporto tra base e altezza era di 2,5: 1 su una superficie curva di 146 gradi (per paragone pensiamo che nostre attuali televisioni 16/9 hanno un rapporto di 1,7: 1).

Soggettive mozzafiato

Le riprese avvennero tramite pesantissime cineprese a 65mm, che permettevano di realizzare soggettive mozzafiato grazie a ottiche grandangolari e appositi stabilizzatori. 

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Formato

Incredibilmente a Milano il film fu presentato nel formato corretto.

Milano come Londra e New York 

E ciò grazie al fatto che pochi anni prima dell’uscita si era attrezzata la terza sala Cinerama al mondo dopo quelle di New York e Londra: il Cinema Teatro Manzoni di via Manzoni. (M.H.B per 70-80.it)


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