Diciottesima puntata di 70 80, il programma del week-end prodotto da Giornale Radio in collaborazione col nostro periodico. In questa edizione i giornalisti Francesco Massardo e Massimo Lualdi, direttore di 70-80.it, trattano i consueti due argomenti che questa settimana sono: la Sindrome di Chuck Cunningham (Chuck Cunningham Syndrome) dal telefilm Happy Days e gli esordi di Amanda Lear.
La Sindrome di Chuck Cunningham (Chuck Cunningham Syndrome)
Si chiama Sindrome di Chuck Cunningham (Chuck Cunningham Syndrome) e fu introdotta, ça va sans dire, nel celebre telefilm Happy Days.
Scomparsa immotivata
La Chuck Cunningham Syndrome identifica un personaggio importante che esce di scena senza motivazione mentre gli altri personaggi si comporteranno come se non fosse mai esistito.
Chi era lo scomparso
Il personaggio in questione è Charles “Chuck” Cunningham (presente nelle stagioni 1-2, tra il 1974 ed il 1975), interpretato prima da Gavan O’Herlihy (1951-2021) e poi da Randolph Roberts (1947).
Figlio maggiore dei Cunningham, Chuck è uno studente di college e giocatore di basket, vive solo e la sua particolare condizione foriera di scarsa empatia da parte del pubblico, porterà gli sceneggiatori a valutarne l’estromissione. Qui per leggere l’articolo integrale.
Amanda Lear
La campagna, una delle prime azioni in ambito musicale di quello che oggi definiremmo social marketing, forzava l’attenzione sull’ambiguità sessuale di Amanda Lear (pseudonimo di Amanda Tapp, Saigon, 1946).
L’idea del Duca Bianco
L’idea di una iniziativa commerciale di questa natura pare fosse stata stimolata da David Bowie (1947-2016), che con la Lear aveva avuto una storia, dopo aver visto la copertina dell’album For Your Pleasure dei Roxy Music del 1973, che ritraeva la modella in stile fetish. Qui per leggere l’articolo integrale.