Trentacinquesima puntata di 70 80, il programma del week-end prodotto da Giornale Radio in collaborazione col nostro periodico. In questa edizione i giornalisti Francesco Massardo ed Antonella Fava, redattrice di 70-80.it, trattano i consueti due argomenti. Che questa settimana sono: l’illusionista Tony Binarelli e il brano non sense del ’72 di Adriano Celentano Prisencolinensinainciusol.
Binarelli
Iniziata come passione e trasformatasi per magia in professione, la pratica dell’illusionismo ha segnato tutta la vita di Antonio (Tony) Binarelli (1940), che è diventato uno dei maghi italiani più celebri. Ma che ha anche scritto numerosi libri sulla materia, partecipato a importanti trasmissioni televisive e si è dedicato anche al cinema, come attore e… doppiando artisti del calibro di Alain Delon (1935), Brigitte Bardot (1937), Terence Hill (Mario Girotti, 1939), in un modo del tutto particolare.
Il libro fatale
Fu un caso fortuito ad avvicinare il piccolo Antonio – dodicenne in vacanza a Follonica – al mondo della magia. Impedito nelle attività balneari da una brutta bronchite cercò infatti distrazione in uno di quei negozi che vendono un po’ di tutto. Qui il libro Nel Mondo dell’invisibile – L’emulo di bosco, scritto dal grande professionista dell’epoca Romanoff (Giovanni Battista Romano, 1891-1968) lo colpì. Qui per proseguire nella lettura integrale dell’articolo originario.
Prisencolinensinainciusol
Nel 1972 Adriano Celentano (1938) scrive una delle sue canzoni più celebri: Prisencolinensinainciusol. Con il suo testo senza senso, che doveva suonare come l’inglese americano, è stata riscoperta anche in tempi recenti e remixata da famosi disc jockey.
Un successo televisivo
Prisencolinensinainciusol non ebbe successo al momento del rilascio, ma esplose nel 1973 dopo che Celentano la eseguì durante la trasmissione televisiva Formula 2 in onda sul Programma Nazionale, l’odierna Rai 1.
Top 100 USA
In seguito all’esibizione, in cui era presente anche la moglie Claudia Mori (1944), la canzone arrivò in vetta alle classifiche, prima in Italia, poi anche in Francia, Belgio e Olanda. Salì non poco anche nella classifica tedesca e riuscì persino ad entrare nella Top 100 americana. Qui per proseguire nella lettura integrale dell’articolo originario.