Negli USA hanno tenuto compagnia i telespettatori per tutti gli anni ’70 con 136 episodi. Da noi sono arrivati più tardi, all’inizio degli ’80.
Stiamo parlando di Sanford & Son, una sitcom americana (remake della britannica Steptoe and Son) ambientata a Los Angeles.
Rigattieri
Lì due rigattieri, il sarcatistico, sagace ed irascibile padre (vedovo), Fred G. Sanford (impersonato da Redd Foxx, 1922-1991) e suo figlio trentunenne convivente, il paziente e rassegnato Lamont (Demond Wilson, 1946), dividono vita privata e lavoro con non poche difficoltà, dovute ai caratteri profondamente differenti.
Il confusionario contorno
Fanno da corollario alle vicende della Sanford & Son (così si chiama la loro impresa, ma, nella sostanza, anche la coabitazione) alcuni vivaci personaggi, quali gli amici Bubba, Rollo e Grady, la zia Esther e il fastidioso vicino Julio.
Idee strampalate e progetti fallimentari
I motivi di contrasto sono le frequenti idee strampalate di Fred, elaborate con l’intento di farlo arricchire abbandonando l’attività fin lì condotta. Progetti, però, inesorabilmente destinati al fallimento.
Lamont dal cuore d’oro
Il povero Lamont, orientato a conseguire una naturale indipendenza, non riesce a staccarsi dal padre. Al quale, nonostante tutti i disagi e disastri che questi gli provoca direttamente o indirettamente, vuole un gran bene.
Soci di nome
Padre e figlio sono soci paritari nella Sanford & Son, sebbene Fred si qualifichi come capo, mentre, nella realtà, solo Lamont lavora.
Vecchio pazzo & Demente
I dialoghi surreali tra i due, basati sugli epiteti vecchio pazzo (Lamont verso Fred) e demente (Fred verso Lamont), si concludono sempre con la simulazione (ovviamente ormai percepita da tutti come tale) di un infarto da parte di Fred. Preceduto dall’invocazione alla defunta moglie: «Sto arrivando, Elizabeth! Vengo a raggiungerti tesoro».
Esther
Vero contraltare del vecchio dispotico Fred è la pungente cognata e zia di Lamont, Ethel (Beah Richards, 1920-2000), sostituita nella seconda stagione del programma dalla più sarcastica e sferzante Esther (LaWanda Page, 1920-2002).