Anni 70. Quaqquao, Mio Mao e il Rosso e il Blu: le animazioni in stop motion di Francesco Misseri

Francesco Misseri Mio Mao

A partire dagli anni 60 sono molti i programmi per bambini che prevedono l’utilizzo di pupazzi e marionette. Ma se alcuni, come Topo Gigio vengono manovrati da un umano in tempo reale, si diffonde anche l’utilizzo della pratica dell’animazione in stop motion, che consiste nel creare filmati composti dalla successione di fotogrammi che, fissando il pupazzo in posizioni differenti, ne simulano il movimento. Pupazzi certo, ma anche gli originali personaggi in plastilina e carta di Francesco Misseri.

Francesco Misseri

Francesco Misseri è stato uno dei grandi artefici di Carosello, fin dal 1958 quando ha fondato lo Studio K. È lui il padre di Olivella e Mariarosa dell’Olio Bertolli, di Susanna Tuttapanna di Invernizzi e di Dolce Cara Mammina delle caramelle al miele Ambrosoli.

In pista anche oggi

Ancora oggi lo Studio Francesco Misseri, portato avanti dal figlio Gian Maria, è tra i protagonisti del grande cinema di animazione internazionale.

Francesco Misseri Quaqquao Mio Mao Rosso e blu

Le serie animate di Francesco Misseri

Mio Mao, Quaqquao, Rosso e Blu: le sue serie si caratterizzavano innanzitutto per la brevità dei singoli episodi. Ogni puntata era infatti di 5 minuti e venivano per questo spesso usate come riempitivo durante la TV dei ragazzi, tra un programma e l’altro.

Schematiche

Si trattava di storie semplici che seguivano uno schema prestabilito che si ripeteva sempre più o meno uguale.

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La “non lingua” e i suoni onomatopeici

I suoi personaggi parlavano un linguaggio incomprensibile, il cui senso si intuiva solo dall’intonazione e dal contesto. Oltre a rendere le storie immediatamente fruibili anche ai piccolissimi, questa caratteristica aveva come conseguenza il fatto di non necessitare di alcuna traduzione.

Prima all’estero

Le serie furono infatti subito esportate in altri paesi europei e negli Stati Uniti, a volte trasmesse all’estero prima ancora che in Italia.

Le sigle di Piero Barbetti

Per le musiche Francesco Misseri si affidò sempre alla collaborazione di Piero Barbetti, che creò sigle e ritornelli che si imprimevano in modo indelebile nella memoria.

Condizionamento (1)

Vi sfidiamo ad ascoltare la sigla di Quaqquao e liberarvi poi facilmente del ritornello.

 

Quaqquao

La prima puntata di Quaqquao andò in onda venerdì 29 ottobre 1976 all’interno della Tv2 ragazzi. Realizzata con gli origami, le figure con la carta ripiegata, aveva come protagonista un papero bianco dal becco giallo che, passeggiando, si imbatteva in altri animali di cui cercava di imitare il linguaggio.

Confusione esilarante

Lo stesso faceva il suo omologo e i due davano vita ogni volta a una conversazione confusa ed esilarante.

Quaqquao Francesco Misseri

La trama

Quaqquao è giovane, avventuroso e un po’ sfacciato. Ogni volta ha con la madre una breve interazione, che sembra essere una lezione, visto che lui ne ripete le azioni e i versi. Poi la saluta e se ne va, canta la sigla ed esegue acrobazie in acqua, prima di incontrare la creatura ospite dell’episodio.

Varietà

Questa è di solito un altro animale, anche se in quattro episodi incontra un folletto, un’auto da corsa, una nuvola e un treno.

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L’antagonista

I due sono inizialmente antagonisti, interagendo ognuno attraverso i propri suoni e culminando in una gara di urla in cui ciascuno cerca di far prevalere il proprio linguaggio. Alla fine però diventano amici, assumendo ognuno qualche caratteristica dell’altro. Quaqquao torna allora a nuotare da sua madre, mentre canta la sigla, questa volta nello stile dell’altra creatura.

Il finale

Quaqquao acquista il suo aspetto normale poco prima di incontrare nuovamente la madre, che fa allarmare emettendo inizialmente i suoni del suo nuovo amico. Tutto ritorna poi alla normalità e i due nuotano via fuori dallo schermo.

L’economia di animazione

A causa della natura ripetitiva degli episodi esistono solo alcune versioni della scena iniziale della lezione con la madre, del viaggio di andata e della scena finale.

Mio Mao Francesco Misseri

Mio Mao

Se la sigla di Quaqquao vi sta già tormentando da un po’, vi aiutiamo a eliminarla dalla memoria, invitandovi ad ascoltare quella di Mio Mao

Condizionamento (2)

Che prenderà immediatamente il suo posto! 

 

La sigla di Mio Mao

In essa i gatti miagolano ognuno due volte il proprio nome, poi assieme cantano “lala-lala-la”. Questo motivo, composto anch’esso da Piero Barbetti, costituisce la sigla e la colonna sonora di tutti gli episodi.

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Claymation 

Realizzata sempre in stop motion, per questa serie non venne utilizzata la carta ma la plastilina, attraverso la tecnica detta Claymation. 

La prima serie

La prima serie di Mio Mao fu prodotta nel 1974 a Firenze dalla società PMBB di cui Francesco Misseri era tra i soci fondatori ed è andata in onda sul Programma Nazionale. Venne realizzata in 26 episodi da 5 minuti ciascuno e aveva come protagonisti due gattini, uno rosso e uno bianco.

I due gattini

Mio e Mao, spinti dalla loro curiosità stringono amicizia con altri animali incontrati di volta in volta nel giardino, anch’esso fatto con plastilina colorata. Sono ancora suoni onomatopeici a costituire la base del linguaggio di questi personaggi: in maniera assai poco sorprendente Mio, il gatto bianco, miagola dicendo “mio” e Mao, il gatto rosso, dicendo “mao”.

La trama

Lo svolgimento di tutti gli episodi è sempre lo stesso. Dopo la sigla i gatti saltano giù dal cespuglio su cui è scritto il titolo della serie, si trasformano in due palline e ritrovano la loro forma felina in un giardino, costruito anch’esso con plastilina su un fondo bianco.

Il giardino

Nel giardino incontrano ogni volta un animale o un oggetto che inizialmente li spaventa, poi capiscono di cosa si tratta e si divertono assieme. Il giardino cambia aspetto a seconda del tema dell’episodio o dell’animale o dell’oggetto in questione.

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Il finale

Spesso, verso la fine dell’episodio, l’animale o l’oggetto ha bisogno di aiuto e Mio e Mao lo soccorrono, invitandolo poi a giocare con loro. Infine posano insieme  mentre appare la scritta “THE END”.


Le nuove serie

All’inizio del 2000 Misseri Studio (la casa di produzione che Francesco Misseri aveva fondato nel 1986) riacquisì i diritti di Mio Mao e nel 2003 la serie venne interamente rimasterizzata tornando a essere programmata su numerosi canali televisivi in tutto il mondo.

5 minuti

Tra il 2005 e il 2007 assieme all’emittente britannica Channel Five ne sono state co-prodotte due nuove serie, ciascuna comprendente 26 episodi da 5 minuti. Esse furono realizzate negli stessi studi fiorentini dove era stata prodotta la prima.

Rosso e Blu Francesco Misseri

Rosso e Blu

La serie Rosso e Blu, anch’essa realizzata con la plastilina, andò in onda per la prima volta sulla TV italiana mercoledì 18 gennaio 1978, nella Tv2 Ragazzi. I protagonisti sono due blocchi rispettivamente di colore rosso e blu. Il primo è più grande, il secondo più piccolo e fa il guastafeste.

Trasformisti…

Ancora più che in Mio Mao in questa serie viene sfruttata la capacità della plastilina di essere variamente modellata. I personaggi, che interagiscono su un piano bianco indifferenziato, sono infatti in grado di assumere innumerevoli forme a loro piacimento. Ad esempio in un episodio il Blu diventa una barca mentre il Rosso diventa un’isola, successivamente il Blu diventa una valigia mentre il Rosso trasforma il suo corpo in cassettiera, riempiendo la valigia di vestiti rossi.

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…versatili…

Questa caratteristica fece sì che un’infinità di situazioni potessero presentarsi, mentre i due personaggi cercavano di aiutarsi o ostacolarsi l’un l’altro.

…ognuno con il proprio carattere

Dei due blocchi di plastilina il Rosso è grande e passionale, ama guidare auto veloci, mangiare e godere di tutti i piaceri della vita. Il Blu è piccolo, intelligente e furbo, ed è lì solo per dare fastidio al Rosso.

La nuova serie

Anche di Rosso e Blu nel 2005 è stata creata una nuova serie, a dimostrazione di quanto questo tipo di animazioni sia privo non solo di limiti geografici ma anche di quelli temporali.

Podcast

Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (A.F. per 70-80.it)


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