Anni 60. Il Tenente Sheridan introduce la figura del detective in Italia. Riflessivo, osservatore, introspettivo, cambierà il modello tv

Sheridan

Negli anni ’60, quando la televisione italiana stava ancora costruendo la propria identità, una figura emerse come simbolo del giallo all’italiana: il Tenente Sheridan, interpretato da Ubaldo Lay (1917-1984).
Grazie alle miniserie televisive che portano il suo nome, il personaggio divenne un’icona indimenticabile, incarnando un nuovo modo di raccontare il poliziesco, capace di fondere tensione narrativa ed introspezione psicologica.

La genesi del personaggio

Il Tenente Sheridan – o meglio, Ezechiele Ezzy Sheridan – fece la sua prima apparizione nel 1960 con la serie Giallo club. Invito al poliziesco, ideata da Carlo Silva (1920-1980) e Vittorio Metz (1904-1984) per 24 episodi lungo 3 stagioni fino al 1961.

Il detective

La figura di Sheridan, ispirata ai detective anglosassoni, con tratti di Philip Marlowe di Raymond Chandler (1888-1959), dell’investigatore casalingo Nero Wolfe di Rex Stout (1886-1975) e del commissario Maigret di Georges Simenon (1903-1989), ma declinata con tratti fortemente italiani, fu immediatamente accolta con entusiasmo dal pubblico.

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Ubaldo Lay

Interpretato magistralmente da Ubaldo Lay, il personaggio si distinse per il suo carisma ed il modo di condurre le indagini: metodico, intelligente e dotato di una sottile ironia.

Il prototipo del detective

Sheridan era un tenente della polizia statunitense, ma le sue storie erano ambientate in contesti universali, con un’attenzione particolare alle dinamiche psicologiche dei personaggi.

Sheridan

Il seguito

Dopo il successo iniziale di Giallo club, il Tenente Sheridan fu protagonista di altre produzioni che consolidarono il suo ruolo di detective televisivo per eccellenza. Parliamo delle serie derivate Ritorna il tenente Sheridan (1963) e Sheridan, squadra omicidi (1967), ma, in particolare delle Donne del tenente Sheridan.

Le miniserie delle donne di carta

Si trattava di quattro storie ancorate alle carte da gioco (Le donne del tenente Sheridan): La donna di picche (1960), che mise in risalto l’abilità di Sheridan nel risolvere casi complessi attraverso l’osservazione e l’analisi logica; La donna di quadri (1968), che segnò un’evoluzione nel personaggio, introducendo elementi di introspezione che approfondirono il suo lato umano; La donna di fiori (1969), in cui Sheridan affrontava un caso intricato legato ad una serie di misteriose morti e, infine, La donna di cuori (1972) che chiuse idealmente il ciclo, con un racconto ricco di colpi di scena ed un’interpretazione memorabile di Ubaldo Lay. L’intera produzione è disponibile su RaiPlay.

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Chiamate 22-22 tenente Sheridan e Carosello

Il personaggio di Sheridan fu anche protagonista del film del 1960 Chiamate 22-22 tenente Sheridan, diretto da Giorgio Bianchi (1904-1967) e di una serie di pubblicità per Carosello, che promuovevano gli orologi Revue della Merveille (1961), le lame da barba super-inox delle Acciaierie di Bolzano (tra il 1963 e il 1967) e infine – e soprattutto -, dal 1974 al 1976, l’aperitivo Biancosarti.

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Il ritorno del 1984

Nel 1984 il tenente Sheridan ricomparve per l’ultima volta in tv: ormai in pensione, ma in attività come detective privato, fu protagonista nella miniserie in quattro puntate Indagine sui sentimenti, diretta da Claudio Sestieri (1948) e trasmessa su Rai Uno (e riproposta nel 2001 in un film-tv di 90 minuti su Rai Tre).

Il lascito di Sheridan

Il Tenente Sheridan non è stato solo un fenomeno televisivo, ma anche un precursore di un nuovo modo di raccontare il giallo in Italia.

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L’impermeabile ghiaccio

La figura del detective con l’impermeabile ghiaccio ha ispirato numerosi altri personaggi e sceneggiati, contribuendo a consolidare il genere poliziesco nella televisione italiana.

La ricetta

Anche oggi, il personaggio interpretato da Ubaldo Lay – accompagnato dal sergente Steve Howard (Carlo Alighiero, 1927-2021) e dall’agente Mills (Sandro Moretti, 1931) – è ricordato con affetto e nostalgia, simbolo di un’epoca in cui la televisione era capace di catturare l’immaginazione del pubblico con storie semplici ma avvincenti, raccontate con eleganza e maestria.

Sheridan

Podcast

Qui per ascoltare il podcast dell’articolo. (M.L. per 70-80.it)


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